Luigi Di Maio attacca Salvini: "È come Juncker"

Luigi Di Maio attacca il leader della Lega: "A breve Junker e Salvini si daranno la mano, non sono incompatibili: Orbán, Le Pen e Juncker dicono la stessa cosa sia sull’immigrazione che sull’austerity"

Luigi Di Maio attacca Salvini: "È come Juncker"

"Con Salvini oramai parlo soltanto in Consiglio dei ministri". Luigi Di Maio, intervistato da CorriereLive, lo ammette candidamente: il rapporto personale con Matteo Salvini si è rotto per davvero, nessuna massinscena.

"No, no, è tutto vero. Ripeto la tensione è partita con il caso Siri", spiega il vicepremier grillino per ben due volte. E aggiunge:"Se gli attacchi al presidente del Consiglio sono una vendetta sul caso Siri, nel paese della nuova Tangentopoli questa è una follia, perché per la prima volta in trent’anni invece di tenere un politico indagato per corruzione è stato fatto fuori". Se ieri Di Maio davanti alla proposta di abolire l'abuso d'ufficio aveva usato parole molto forti, oggi lancia una stoccata al suo alleato di governo: "Il presidente della Regione Lombardia Fontana è indagato per abuso d’ufficio. E sono contento che Salvini abbia fatto marcia indietro". Parlando delle imminenti elezioni Europee, invece, le critiche si fanno ancora più dure: "A breve Junker e Salvini si daranno la mano, non sono incompatibili: Orbán, Le Pen e Juncker dicono la stessa cosa sia sull’immigrazione che sull’austerity". A chi gli rimprovera l'alleanza con i leghisti, Di Maio risponde: "Nella campagna elettorale delle Politiche passate eravamo stati molto chiari: avevamo avvisato che se il Movimento Cinque Stelle avesse avuto il 51 per cento, ovvero la maggioranza assoluta per poter governare da soli bene, altrimenti avremmo cercato alleati sulla base di un preciso programma di governo, come abbiamo fatto con la Lega". Il capo politico del M5S mette in luce tutta la difficoltà nel creare alleanze a livello europeo e l'errore di esser andato a Parigi per cercare un contatto con i gilet gialli:"Ero andato lì soltanto per incontrare un gruppo che aveva intenzione di formare una lista per le elezioni europee. Poi quando ho capito le intenzione dei gilet gialli li ho lasciati perdere".

Appare, dunque, ancora ignota la collocazione del M5S nel nuovo Parlamento europeo. Di Maio assicura soltanto che non staranno"con quella sinistra che è sulle terrazze a bere champagne assieme ai banchieri, ma nemmeno lì dove ci sono i sovranisti con rolex e caviale".

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