L'ultima di Alfano: inciucia con Crocetta e il partito si ribella

Dopo la diaspora nazionale, il ministro crolla nella sua terra. L'accordo a sorpresa col governatore spiazza i militanti che s'infuriano: "Venduti"

L'ultima di Alfano: inciucia con Crocetta e il partito si ribella

Roma - Pesciolino finito nella rete dei tonni e dei piscispada , Angelino Alfano si dibatte come può. Più si contorce, più si dimena, più le maglie stringono le branchie, più manca l'aria.

Cosa sta succedendo al Ncd, partitino in dissoluzione senza né capo né coda? Una marcia forzata nel deserto, alla ricerca di oasi. Parte è pronta a tornare verso la casa madre del centrodestra, seguendo l'esempio della Di Girolamo; un'altra viaggia a vele spiegate verso Renzi, nella formulazione preferita dal gran stratega Cicchitto, la «federazione delle forze di centro a sostegno di Renzi», primo nucleo del partito della Nazione. Tra questi due vasi di ferro annega il pesce Angelino.

L'idea prospettatagli dallo stesso Renzi, esser candidato a prossimo governatore della Sicilia con il sostegno del Pd, passa ora per una trappola che sembra perfetta come il meccanismo di una «tonnara di corsa»: cinque camere in successione, da quella d'ingresso a quella cosiddetta bastarda , per poi finire a quella di ponente che introduce direttamente all'ultima, fatale, chiamata della morte . Il poverino s'è infilato a capofitto nel percorso, e ora risulterebbe condannato a entrare nella penultima.

L'irreparabile è accaduto venerdì scorso, quando i leader siciliani di Pd (Raciti e Cracolici), Udc (D'Alia e Micciché) e Ncd (Cascio, Misuraca e il noto sottosegretario Castiglione, coordinatore regionale e indagato) già alle 10 del mattino si rinchiudevano nella sala Ustica dell'hotel delle Palme , al centro di Palermo. Parecchie ore di travagghiu , poi l'annuncio: Ncd «collaborerà» con la maggioranza di Crocetta, per ora senza entrare in giunta, anche se il governatore si dice disponibile a un rimpasto che cominci a tener conto degli ultimi arrivati. I presenti hanno parlato chiaramente di un «patto politico per le riforme», che possa avvicinare lo schema siciliano a quello nazionale. Al punto che Pd, Udc e Ncd si legano in un periodo di «consultazione permanente», mentre Udc e Ncd hanno deciso direttamente di unificare i propri gruppi all'Ars.

Entusiasmo popolare? Mica tanto. Se questo nuovo passo falso è destinato a riaccendere le polveri a Roma, facendo tornare in auge le parole di fuoco pronunciate da Alfano (ma anche da Schifani) nei confronti di Crocetta, le richieste di «fare un passo indietro», la considerazione che «lo scudo del Pd a Crocetta sembra abbastanza sforacchiato», è al laboratorio siciliano che conviene tornare per capire l'aria che tira nel partito (essendo da lì che provengono quell'1,8 per cento di consensi vantati da Ncd negli ultimi sondaggi). L'annuncio del «patto» su Facebook si è trasformato infatti per il povero Dore Misuraca in una dolorosa via crucis . Alle 19.46 di venerdì il suo timido post: «Ncd è pronto a sostenere le riforme... A noi interessa...». Una decina di minuti, e il primo commento fa precipitare la temperatura di botto: «Sarebbe opportuno invece che cadesse Crocetta. Come tutti i siciliani desiderano». Comincia a grandinare. «Con Crocetta non si può. Crocetta incapace e falso. Sostenere Crocetta è la morte. Caro Dore, un grande errore. Le conseguenze saranno disastrose. Vergognoso!». I messaggi dilagano, diventano offese, talvolta volgare valanga: «Onorevole, appoggiate un frocio? Ma non l'hai capito che continua a prenderci per il c...

? Ma smettetela, vi interessa soltanto mantenere poltrone. V-e-n-d-u-t-i. State sbagliando tutto. Non lo fate, è un suicidio politico». Qualcuno più tardi noterà: «E questi sono i commenti degli amici». Dei nemici, si sa, Angelino si cura da solo.

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