Piddino Giarrusso in fuga. «Ti richiamo», dice nel pomeriggio. Anzi, «scusa non posso parlare, per il momento preferisco non fare altre dichiarazioni», cambia idea qualche ora dopo, mentre scorrono i lanci di agenzia con le proteste dei vari esponenti del Pd contro il suo ingresso nel partito. Sono bastati qualche giro d'orologio e un'accoglienza fredda da parte dei nuovi compagni per fare inversione a U. Dino Giarrusso, d'altronde, ha 48 anni ed è già alla terza vita. La prima in abito scuro e cravatta nera da reporter d'assalto per Le Iene, la seconda da grillino a briglia sciolta, infine aspirante iscritto al Pd, supporter dell'ex renziano Stefano Bonaccini. Tre vite, se escludiamo la recente esperienza con il vulcanico sindaco di Messina Cateno De Luca alla guida del movimento politico Sud chiama Nord.
Svelto, sveglio, molto amato dagli elettori (117mila preferenze alle europee del 2019) ma volubile. Soltanto il 1º agosto 2022 se la prendeva con Giuseppe Conte, reo di aver «trasformato il Movimento nello zerbino del Pd». Prima della sua uscita dal Movimento, l'opposizione interna di Giarrusso a Conte era tutta basata proprio sull'ostilità nei confronti dei dem. Alla luce di ciò si spiegano i risolini anonimi, a mezza bocca, sfoderati ieri da alcuni suoi ex colleghi di partito e le perplessità e le polemiche dei nuovi compagni di strada. L'ex Iena è volubile. E infatti dopo le elezioni politiche, il 3 novembre, si congratulava con Conte, «che ora non è più subalterno al Pd». A questo punto sarebbe potuto tornare nel M5s, invece ha scelto i dem. Non subalterno, ma interno. Solo che andando un po' indietro nel tempo - nel 2018 - troviamo un Giarrusso che demoliva il Pd: «Ha dimenticato l'etica e il popolo».
La carriera con i grillini nasce con la candidatura e la mancata elezione alle politiche di cinque anni fa, poi la collaborazione al Miur con l'ex ministro Lorenzo Fioramonti in qualità di detective anti concorsi universitari truccati, infine l'elezione a Bruxelles.
Il nonno materno, Salvatore Papale, è stato sindaco democristiano di Catania negli anni '60 mentre la madre Teresa negli anni'90 è stata segretaria del sindaco ulivista Enzo Bianco. Difficile stare dietro all'imprevedibilità dell'ex Iena.
Che ieri, per non farsi mancare nulla, ha fatto pure il pugno chiuso. D'altronde dopo la laurea ha scritto per L'Unità e nel 1999 ha girato un cortometraggio ambientato alla Festa de L'Unità di Modena. Basterà questo per farsi accettare dai nuovi compagni?
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