Non c'è bisogno di un processo. La stampa di sinistra ha già deciso che la Guardia costiera ha le mani sporche del sangue delle ottantacinque vittime della strage della disperazione sulle coste di Crotone. Bastava leggere i giornali di ieri: secondo Repubblica è colpa di Matteo Salvini «se nessuno nel centro di coordinamento della nostra Guardia Costiera di Pratica di mare ritiene di aprire una pratica Sar, facendo chiedere alle imbarcazioni che la Guardia costiera ha a disposizione di sfidare il mare in tempesta contro quel naviglio sconosciuto». Il quotidiano di Largo Fochetti è già Cassazione: «Nessuno ha voluto salvarli», anzi «li hanno lasciati morire tutti e sono andati a letto senza curarsi di quel barcone, dopo uno sconcertante rimpallo di responsabilità tra Frontex, Guardia di Finanza e Guardia Costiera». La Stampa parla di «Strage di Stato», di bugie, omissioni e rimpalli tra Viminale, Guardia Costiera e Frontex: «Quanti altri corpi dovrà restituire il mare di Crotone perché il governo italiano si decida a fornire (...) una risposta vera, non ideologica, che non scarichi meschinamente sui migranti la responsabilità...». Le ricostruzioni sul «buco di sei ore negli Sos» - alle 5.40 la Guardia Costiera avrebbe contattato uno dei pescatori - chiamano in causa persino i testimoni del massacro («La Capitaneria di porto ha mandato me in spiaggia a vedere») mentre «nessuna unità della Guardia costiera sarebbe stata impiegata nel soccorso». Insomma, persino i pescatori di Crotone vengono strumentalizzati pur di attaccare il ministro delle Infrastrutture Salvini che ha la delega alla Guardia Costiera, come se fosse il «suo» esercito che il leghista comanda da Via Bellerio. La sinistra agita i corpi delle vittime nel macabro balletto di responsabilità, il Domani spara a palle incatenate: «Salvini e la sua Guardia Costiera hanno lasciato morire i migranti, perché il ministro responsabile dei soccorsi non si è mosso? È stato informato durante la notte? Restano troppe domande che abbiamo girato alla Guardia costiera, al portavoce del ministro Salvini, ma non abbiamo ottenuto risposta». Poi c'è il Fatto quotidiano, che sostiene di aver ricostruito tutto l'accaduto: «Dobbiamo rientrare, dicono i finanzieri alla Capitaneria di Porto di Crotone tra l'una e le due di notte del 26 febbraio» mentre le loro motovedette tentavano di rintracciare invano il caicco individuato alle 22:31 della sera prima da Frontex ed erano costrette a tornare perché incapaci di reggere il mare.
«Almeno un CP 321 della Guardia Costiera di Crotone» che resiste a un mare forza 12 «è potenzialmente pronto per salpare, ma resta lì perché secondo il Fatto non c'erano i presupposti per una operazione di salvataggio Sar «visto che non ci sono persone visibili a bordo. Un'analisi drammaticamente sbagliata». I giudici di carta hanno già emesso il verdetto.
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