Una tentazione, una concreta possibilità o una sola ipotesi. Chiarezza verrà fatta nei prossimi giorni, quando verranno annunciati i candidati dei singoli partiti nei collegi in vista delle elezioni politiche di domenica 25 settembre. L'ultima opzione di cui si parla è di una sfida tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio in un collegio ben preciso, con un'identità forte e che potrebbe rappresentare il luogo di una battaglia politica tra due figure che potrebbero arrivare alla resa dei conti finale con la parola degli elettori: Pomigliano d'Arco, culla del ministro degli Esteri.
La tentazione di Conte
Un'indiscrezione in tal senso è arrivata da Il Mattino, secondo cui l'ex presidente del Consiglio potrebbe scendere in campo nel collegio di Pomigliano d'Arco. Alcuni sondaggi restituiscono la fotografia di un collegio conteso tra centrosinistra e Movimento 5 Stelle, con i grillini che potrebbero vantare due punti di vantaggio rispetto al campo rosso. Una sfida apertissima, che avrebbe esiti ancora più incerti se venisse confermata la partita personale tra Conte e Di Maio.
Quelli di Conte e di Di Maio potrebbero dunque essere i nomi dei possibili antagonisti che finirebbero per scontrarsi nello stesso territorio. Verrebbe da dire che alla fine ne rimarrà in piedi solo uno? È vero che il responso delle urne darebbe una risposta elettorale sul piano dei personalismi tra i due, ma va detto che in realtà il leader del Movimento 5 Stelle ha in tasca un piano B comunque vadano le cose.
Il piano B
Qual è la strategia sullo sfondo? L'opzione sul tavolo, targata Conte, potrebbe essere quella di presentarsi capolista in più collegi e quindi di essere presente in più circoscrizioni. Il che viene visto da molti come una sorta di paracadute, anche se il tema di una eventuale pluricandidatura agita il M5S. Tra le fila pentastellate c'è chi vuole rispettare completamente il principio di territorialità, senza concedere alcuna deroga ad hoc.
Sul fronte delle liste per le elezioni politiche si temono inoltre azioni legali. A spiegarlo è stato Lorenzo Borrè, l'avvocato dei ricorrenti grillini contro il nuovo corso: "Sulla formazione delle liste Conte dice di metterci la faccia, ma rischia di sbatterla contro il regolamento del Comitato di garanzia. E dovrà presentare anche lui, al pari di tutti gli altri iscritti, la propria autocandidatura per un singolo collegio".
Sulla pluricandidatura di Conte ci sarebbe anche una serie di perplessità da parte di Beppe Grillo, che invece vorrebbe mantenere ben saldi gli ultimi pilastri
rimasti ancora intatti in casa 5 Stelle. La posizione del comico preoccupa l'ex premier, che teme un asse con Virginia Raggi in grado di cacciarlo dal Movimento e consegnare all'ex sindaco di Roma le chiavi della guida della galassia 5S.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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