Il destino di Antonio Megalizzi dipende dalle prossime 24 ore. Ieri mattina i medici dell'ospedale di Hautepierre, dove il 29enne è ricoverato in terapia intensiva da martedì sera, quando uno dei proiettili sparati dall'attentatore di Strasburgo l'ha colpito alla nuca, spiegavano che si sarebbero presi due giorni per valutarne le condizioni e aspettare un suo eventuale risveglio. Ora quel tempo si è già dimezzato. Ma è stato sufficiente a far mobilitare la comunità medica. Marco Cenzato, presidente della Società italiana di neurochirurgia e primario al Niguarda di Milano, si è detto «pronto a volare a Strasburgo già sabato (domani, ndr) per un consulto con i colleghi francesi» sulla situazione clinica del ragazzo, ancora in coma farmacologico indotto. E capire, così, se quella pallottola che si è fermata a un millimetro dalla spina dorsale e che rende impossibile ogni operazione possa essere rimossa.
I genitori, Domenico e Annamaria, la sorella Federica e la fidanzata Luana non hanno mai lasciato l'ospedale. A parlare è solo il padre di Luana, Danilo Moresco, che descrive la famiglia, comprensibilmente, come «a pezzi, disperata». È sempre lui, nel pomeriggio di ieri, a riferire di un «leggerissimo miglioramento», che però presto viene ridotto a un mero «non peggioramento». La mamma, catechista, prega e spera in un miracolo, come riferisce l'eurodeputato leghista Mario Borghezio che ieri, insieme al collega Oscar Lancini, è andato a trovare il 29enne in ospedale. È lo stesso Borghezio a riferire alle agenzie di stampa che il ragazzo sarebbe «in condizioni irreversibili», ma a ieri sera non era trapelato ancora nulla di ufficiale dallo staff medico che si sta occupando di lui. Nel frattempo si prega anche a Trento, la città di Antonio e della sua famiglia, approdata lì nel 1990 da Reggio Calabria. Il parroco don Mauro ha spiegato che i fedeli della chiesa di Cristo Re, frequentata dai Megalizzi, si stanno trovando tutti i pomeriggi alle 17 per rivolgere un pensiero ai concittadini. Il consolato italiano è in contatto con i genitori, per offrire assistenza pratica e psicologica.
Tra gli ultimi ad aver parlato con il ragazzo, prima di quella fatale passeggiata ai mercatini natalizi martedì sera, c'è l'eurodeputato di Forza Italia Salvatore Cicu. «L'ho incontrato quel giorno a pranzo alla mensa del Parlamento europeo, mi ha salutato e mi ha chiesto se potevo partecipare alla sua trasmissione radio per Europhonica il giorno seguente», racconta Cicu. La mattina dopo lui si è presentato all'appuntamento. Antonio, però, non c'era, né rispondeva al cellulare. «Sono molto in apprensione per lui. È una persona colta, piena di cose importanti dentro. Quando l'ho conosciuto mi ha subito colpito per la sua empatia, per la capacità di rapportarsi in modo positivo con gli altri - prosegue Cicu -. La disponibilità del primario di neurochirurgia del Niguarda ci fa sperare. Bisogna tentare l'impossibile per salvarlo».
Vicinanza alla famiglia Megalizzi è arrivata da ogni parte politica.
Ieri la Camera ha osservato un minuto di silenzio per commemorare le tre vittime dell'attentato - uno strasburghese che stava prendendo un aperitivo con moglie e figlio, un turista thailandese e un cittadino di origini afghane residente in città, in quel momento per mano con il figlio piccolo - e per mandare un messaggio di speranza al 29enne italiano. Su Twitter anche il presidente della Camera, Roberto Fico, gli ha rivolto un pensiero, spiegando di essere «costantemente in contatto con l'ambasciata italiana per seguire la situazione».
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