Il lunedì nero del "Fatto"

Sotto il fango (quotidiano), niente. Si chiama (in)giustizia a orologeria, e obbedisce alle regole non scritte della politica, dagli ultimi 30 anni a questa parte

Il lunedì nero del "Fatto"

Sotto il fango (quotidiano), niente. Si chiama (in)giustizia a orologeria, e obbedisce alle regole non scritte della politica, dagli ultimi 30 anni a questa parte. Passato il frastuono delle roboanti macchinazioni giudiziarie che hanno segnato questa pessima campagna elettorale non è rimasto nulla. Ma appena si sono chiuse le urne, taaac. Come per magia, sulle agenzie di stampa è iniziato il tam tam su alcune indagini che avrebbero potuto offuscare l'irresistibile cavalcata dell'Armata giallorossa. E chissà cosa è successo ieri alla redazione romana del Fatto Quotidiano, quando (guarda caso a urne chiuse) è arrivata l'eco della clamorosa richiesta della Procura di Milano di archiviare l'indagine per epidemia colposa e omicidio colposo plurimo sul Pio Albergo Trivulzio. Secondo le strampalate ipotesi che il giornale diretto da Marco Travaglio ha cavalcato per mesi il governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana e l'ex assessore alla Sanità Giulio Gallera avevano scientemente mandato al massacro gli anziani della storica Rsa lombarda. Balle. «Mortalità in linea, non ci sono riscontri», dicono i pm. Altro che «Fontana assassino». E adesso chi lo dice ai Travaglio boys che - solo a urne chiuse, ça va sans dire - si scopre che quei monelli dei pm di Roma hanno ipotizzato ciò che tutti pensavano: non solo che qualcuno abbia lucrato sul traffico di mascherine in piena pandemia, ma che per qualche euro in più la struttura commissariale guidata da Domenico Arcuri per rifornire ospedali e strutture impegnate nella lotta al Covid avrebbe comprato con fondi pubblici milioni di mascherine irregolari. Dispositivi di protezione sdoganati in fretta e furia che però non proteggevano, non filtravano, inutili se non dannosi. Il che probabilmente spiegherebbe perché nonostante i lockdown il contagio abbia continuato a diffondersi senza pietà. D'altronde, è sotto gli occhi di tutti che senza la sterzata imposta alla campagna vaccinale dal generale Francesco Paolo Figliuolo l'Italia non sarebbe mai arrivata all'85% di vaccinati (e in Lombardia sopra il 90%), altro che le primule di Arcuri. E presto si chiuderà l'indagine per epidemia colposa della Procura di Bergamo, che potrebbe investire non solo il governo di Giuseppe Conte ma anche il Cts e il ministero della Sanità.

Difficile infine immaginare la faccia di Marco Lillo, che del Fatto è vicedirettore, quando il tribunale di di Firenze l'ha condannato a risarcire Tiziano Renzi con 30mila euro più le spese legali per le balle uscite sul coinvolgimento di papà Renzi nell'intricatissimo caso Consip. «Per la terza volta giornalisti del Fatto Quotidiano sono costretti a risarcirmi - ha detto Tiziano Renzi». Ah, la notizia è del 15 ottobre ma casualmente si è saputa solo ieri.

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