L'uomo degli ospedali da rimettere in sesto. Nominato dalla destra e confermato a sinistra

La carriera nella sanità di Francesco Rocca tra incarichi e volontariato

L'uomo degli ospedali da rimettere in sesto. Nominato dalla destra e confermato a sinistra

«Direzione futuro» è lo slogan scelto da Francesco Rocca, 57 anni candidato per il centrodestra a guidare la Regione Lazio. Ma il passato non è da meno. «È la carta vincente», ne sono sicuri gli alleati che lo hanno scelto. Un civico, non un politico. Nonostante il suo passato da militante nel Fronte della Gioventù. Da sempre, infatti, Francesco Rocca è stato vicino alla destra. Un'appartenenza discreta.

D'altronde era il ruolo da presidente della Croce Rossa Italiana (rivestito fino a pochi giorni fa) ad imporlo. Neutralità, imparzialità, sono solo due dei sette principi della Croce Rossa ai quali Rocca si è sempre ispirato. Una bussola che lo ha guidato fino ad oggi. E che sicuramente lo guiderebbe anche da presidente della Regione. Da giovane, appena 19enne, una disavventura legata al mondo della droga che gli è costata una condanna. Un incidente nel percorso della vita che ha saputo superare e che oggi qualcuno gli rinfaccia. Ma è lui stesso a rasserenare: «Ho fatto il conto con la giustizia, mi sono fatto un anno di arresti domiciliari e ho cominciato un proficuo percorso di recupero». Un recupero che lo ha portato lontano, un esempio che da certi mondi si può uscire. Con successo.

Padre di Matteo e Giorgio, nonno di Marie, laureato in giurisprudenza, avvocato penalista, nelle prime metà degli anni 90 è stato per 5 anni sotto scorta. Il suo impegno a difesa di alcuni pentiti in processi contro la mafia e la ndrangheta lo ha costretto a rinunciare alla sua libertà. Poi la carriera nel mondo della sanità. Nel 2004 si specializza alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione come direttore generale di ospedali. E negli stessi anni riceve numerosi incarichi professionali, «molto delicati» dice lui. A Roma lo ricordano come «l'uomo della provvidenza» quando, nel 2003, l'allora presidente della regione Lazio Francesco Storace di AN lo nomina come commissario straordinario dell'Ospedale romano Sant'Andrea. Da lì l'elenco degli incarichi pubblici è lungo. Da un ospedale all'altro. Nonostante fosse considerato un uomo vicino alla destra, anche le amministrazioni di centrosinistra lo hanno confermato in ruoli tecnici, sempre come direttore generale nel settore sanitario. Nel 2008 una breve esperienza all'interno della giunta del sindaco Giovanni Alemanno come capo del dipartimento salute e attività sociali del comune di Roma. Poi, sempre nello stesso anno, gli viene chiesta la disponibilità per guidare la Croce Rossa Italiana e riformarla. Lui accetta. E da allora è stato più volte confermato alla guida di una delle associazioni umanitarie più importanti del Paese.

Rocca è stato più volte eletto presidente generale della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna

Rossa. Una carriera che lo ha visto in corsa anche per il ministero della Salute. Ma il progetto disegnato per lui da Giorgia Meloni era diverso. Lui si reputa un uomo fortunato. Bisognerà aspettare il 13 febbraio per scoprirlo.

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