Noi Moderati ha aperto il suo primo congresso nazionale all'Hotel Marriot, a Roma. Tra gli ospiti, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, mentre l'altro vicepremier Matteo Salvini, che deve occuparsi del disastro avvenuto in Romagna, si è collegato da remoto. Anche il premier Giorgia Meloni, impegnata tra G7 e alluvione, ha voluto dare il suo contributo, inviando un video che è stato trasmesso all'evento. Per Maurizio Lupi (nel tondo), leader della quarta gamba del centrodestra e della coalizione che regge il governo, la prospettiva futura è rilevante: «Quest'anno dobbiamo lavorare perché la forza popolare e moderata diventi sempre più importante nella proposta politica guidata da Giorgia Meloni. Per fare questo dobbiamo iniziare ad aggregare e non dividerci», ha detto. Basta, dunque, con la summa «delle sigle» e spazio a una proposta che possa dare il suo contributo al «bipolarismo». E il Terzo polo? Per Lupi è già finito. «Nessuna competizione con Renzi, anche perché si è visto il fallimento di un progetto. Quando il centro è come Godot prima o poi salta. Il terzo polo è imploso miseramente e quindi dovranno decidere se tornare nella loro casa, che è il Pd, o in un bipolarismo in cui oggi siamo, o decidere di passare alla coalizione di centro-destra», ha specificato il leader di Noi Moderati.
«Oggi la sfida per i moderati e dei centristi è quella di aggregare non di dividere, questa è la strada da cui partire», ha sintetizzato Lupi. I militanti hanno anche eletto i loro vertici: il presidente nazionale è appunto Maurizio Lupi, il coordinatore politico è Saverio Romano, mentre il vicepresidente vicario è Pino Galati.
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