L'inasprimento dello scontro sulle concessioni autostradali tra governo e Edizione, la finanziaria della famiglia Benetton a cui fa riferimento Atlantia, non affossa il titolo in Borsa. Il titolo del gruppo che controlla Autostrade per l'Italia (Aspi) dopo una seduta in altalena chiude la giornata in rialzo dell'1,3% a 14,14 euro, pari a un valore di mercato di 11,67 miliardi, poco più della metà rispetto alla capitalizzazione precedente alla tragedia del Ponte Morandi di Genova (il 13 agosto 2018 il gruppo valeva 20,5 miliardi). A quasi due anni dal crollo del Ponte e nell'incertezza sul futuro delle concessioni autostradali, Atlantia venerdì scorso, a mercato chiuso, ha comunicato di aver dato mandato ai legali per intraprendere azioni a tutela del gruppo in considerazione del mancato accordo con il ministero dei Trasporti per chiudere il contenzioso e ha bloccato gli investimenti, decidendo di finanziare la sola manutenzione ordinaria della rete. A riaccendere i toni potrebbe essere stato il mancato (per ora) avvallo della garanzia pubblica della Sace per un finanziamento di 1,25 miliardi.
Il tempo stringe. Fino a fine giugno Aspi può chiedere la risoluzione del contratto (e il conseguente indennizzo di oltre 20 miliardi) per le modifiche unilaterali e retroattive introdotte dall'art. 35 del decreto Milleproroghe che ha abbassato il valore di indennizzo legato alla revoca della concessione in caso di grave inadempimento. E a quel punto l'esito di un'escalation legale sarebbe tutt'altro che scontato. Nessuno vuole arrivare a questo. Ciononostante, la partita è tutt'altro che chiusa soprattutto su due temi bollenti: il taglio delle tariffe e la cessione del controllo di Aspi, oltreché la sua valutazione.
«Con il confronto e il dibattito dovremo trovare necessariamente una strategia, un'idea, che possa stare bene a tutti», ha detto Giancarlo Cancellieri, sottosegretario alle Infrastrutture che aggiunge: «C'è poi anche la forte presenza del presidente Giuseppe Conte che, in questo momento, non vorrà retrocedere rispetto a determinate posizioni che aveva già assunto». Cancellieri ha evidenziato la volontà di aprire un dibattito interno alla maggioranza. «Noi portiamo in dote l'idea della revoca della concessione attraverso il commissariamento della società e la possibilità di utilizzare Anas» ha detto il sottosegretario auspicando di poter «ascoltare le proposte delle altre forze politiche e trovare una mediazione».
La risposta di Matteo Renzi, leader di Iv, non si è fatta attendere: «La vicenda di Aspi va affrontata con serietà, rigore, competenza, discontinuità, certezza del diritto. E bisogna farlo subito. Perché altrimenti decine di miliardi si fermano e vengono bruciati sull'altare del totem burocratico. È finito il tempo delle divisioni ideologiche».
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