La iena Filippo Roma continua la sua inchiesta sulle presunte irregolarità alle elezioni amministrative di Palermo nel 2012 da parte del Movimento 5 Stelle. Nel servizio andato in onda domenica 30 ottobre, al centro del mirino c'è Beppe Grillo.
Nei giorni scorsi è stata presentata un’interrogazione parlamentare al Ministro dell'Interno a proposito della vicenda. Riguardo alle indagini realizzate tre anni fa dalla Digos a seguito della denuncia del prof. Vincenzo Pintagro, nell’interrogazione si legge: "A parere dell'interrogante le indagini furono condotte da agenti di Polizia in amicizia con due politici in carica del Movimento 5 Stelle".
Si tratterebbe di Giovanni Pampillonia, poliziotto della Digos e, secondo il servizio andato in onda a Le Iene, avrebbe un rapporto speciale con Beppe Grillo, tanto da averlo accompagnato al mercato di Palermo durante Italia5Stelle oltre ad aver fatto da scorta a Virginia Raggi durante la comparsata alla manifestazione palermitana. Sarebbe anche cugino di secondo grado di Francesco Menallo, candidato con i 5 Stelle.
Secondo l’accusa nel 2012, come racconta Francesco Pintagro, candidato a Palermo, le liste per raccogliere le firme necessarie alle presentazione della candidatura di Riccardo Nuti a sindaco della città contengono un errore formale: la data di nascita di uno dei candidati dice che è nato a Palermo e invece è nato a Corleone. Nel M5S se ne accorgono e decidono di ricopiare le firme su moduli corretti.
Pintagro all’epoca protesta, poi la storia si chiude lì finché nel 2013 qualcuno non segnala tutto alla procura: la Digos indaga, sente il professore e archivia tutto. Per una ragione: non si trova il foglio con le firme e il luogo di nascita sbagliato del candidato. A settembre, però, e guarda caso proprio quando stanno per partire le Comunarie per la scelta del candidato, arriva una nuova segnalazione in procura stavolta corredata del foglio. Non solo. L’anonimo segnalatore (o gli anonimi segnalatori) avverte anche Le Iene, che a settembre si mettono alla ricerca dei parlamentari all’epoca protagonisti per chiedere un commento: Claudia Mannino, Samantha Busalacchi e Riccardo Nuti si negano alle telecamere del programma
Intanto l’accesso agli atti va a buon fine e nella seconda puntata dell’inchiesta di Filippo Roma vengono ascoltati due periti del tribunale di Milano che certificano la falsità del foglio presentato dai 5 Stelle.
A questo punto Mannino e Nuti annunciano querele nei confronti del professor Pintagro, ma Beppe Grillo sul blog pubblica un post nel quale ringrazia Le Iene e chi ha denunciato il caso e annuncia provvedimenti disciplinari nei confronti degli eventuali colpevoli.
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