Tra Cingolani e i giallorossi c'è lei. Vannia Gava, deputata friulana della Lega, sottosegretaria al ministero della Transizione Ecologica. Siede su una poltrona scomoda, soprattutto dopo l'intervento di M5s e Pd, che nelle commissioni Ambiente e Affari Costituzionali hanno mandato sotto il governo su un emendamento al Decreto «Semplificazioni» che consente al Parlamento di intervenire per stoppare le decisioni del MiTe sulle grandi opere del Pnrr. «Stanno riprovando a fermare tutto, Pd e grillini sono inaffidabili, io avevo avvertito il ministro Cingolani».
Adesso che succede?
«Questo stop rischia di provocare un grave danno al Paese. Anche considerato che più di un terzo dei fondi del Recovery Plan sono stati destinati alla missione della transizione ecologica e che ci sono opere strategiche per far ripartire la nostra economia. Il Pnrr senza opere parte azzoppato».
Con il M5s al governo erano prevedibili problemi del genere.
«Con queste persone due più due non è detto che faccia quattro. Sono rimasti quelli che volevano mettere un Luna Park al posto dell'Ilva di Taranto. Sono No Tav, No Tap, no plastica, no gas... ma così torniamo all'anno zero. Noi, al contrario, lavoriamo per uno sviluppo, che deve essere e sarà sostenibile, ma che è innanzitutto sviluppo, cioè crescita e nuovi posti di lavoro. Il paradosso è che prima hanno votato un Pnrr coraggioso, ora si tirano indietro».
Ma non è che anche Cingolani ha sbagliato qualcosa?
«Cingolani è un grande scienziato, ma ha accettato di mettere in discussione decisioni già prese perché forse si è sentito minacciato dalle parole di fuoco e addirittura da quelle di una mozione di sfiducia da parte del M5s e, così facendo, ha aperto il vaso di Pandora. Lo avevo avvisato di governare il processo diversamente: il Decreto doveva essere blindato perché già frutto di un grande lavoro. Purtroppo conosciamo l'ostilità ideologica del M5s a ogni forma di sviluppo. Pensi che quando siamo arrivati al ministero i cassetti erano pieni di autorizzazioni concesse ma ferme, di certificati bianchi mai partiti: dentro quei cassetti c'era fermo qualche punto di Pil».
Comunque nel M5s non tutti la pensano allo stesso modo.
«Di Maio ha dichiarato che l'Italia ha bisogno di tempo per la transizione. È evidente che i Cinque Stelle su questo tema sono spaccati ma mi preoccupa che le loro spaccature rovinino l'Italia».
Circola voce che il ministro voglia dimettersi...
«Mi auguro di no e tendo ad escluderlo. Se Cingolani si dovesse dimettere per queste piccole furbizie di Pd e M5s sarebbe la fine del governo».
Il blitz dei giallorossi avrà conseguenze sul governo?
«Di sicuro non è accettabile che una parte del Parlamento, peraltro quella che viene penalizzata a ogni prova elettorale dagli elettori, che ha già dimostrato con il governo di Giuseppe Conte di non essere in grado di governare le complessità dell'Italia, provi a prevaricare sulle altre».
Come reagirà il
centrodestra?«Noi della Lega con gli amici di Forza Italia e tutto il centrodestra di governo saremo uniti e non subiremo oltre veti e ricatti: siamo al governo per fare cose, non per scaldare poltrone e subire imposizioni».
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