M5s padroni in Parlamento E ammiccano a Lega e Pd

Il Movimento primo partito sfonda il 30 per cento, sarà ago della bilancia. Di Battista: «Dovranno parlare tutti con noi»

M5s padroni in Parlamento E ammiccano a Lega e Pd

L'atteso exploit del Movimento 5 Stelle c'è stato. Un'esultanza da stadio accoglie l'arrivo della seconda proiezione Swg per La7, che assegna ai grillini il 33,1 per cento dei consensi al proporzionale per il Senato. All'hotel Parco dei Principi, lussuoso albergo romano nel quartiere Parioli scelto come quartier generale, Luigi Di Maio festeggia, asserragliato nell'ala dell'albergo riservata a lui e allo stato maggiore del Movimento. Il risultato a Palazzo Madama viene ridimensionato poco dopo al 32,3 per cento. Ma per i grillini tanto basta «Tutti quanti dovranno venire a parlare con noi, e questa sarà la prima volta», dice Alessandro Di Battista. Alla Camera, la terza proiezione Tecnè per Mediaset assegna ai grillini il 34,1 per cento, poco dietro il centrodestra, al 34,8. Uno sfondamento evidente soprattutto al Sud. In Campania, regione di provenienza del leader, si fa festa.

La maggioranza assoluta è lontana, e la coalizione di centrodestra è in testa. Ma se i dati fossero confermati, per i grillini si aprirà la partita delle alleanze. Da un lato, c'è il Pd. Per bocca del capogruppo uscente alla Camera Ettore Rosato, i dem hanno escluso convergenze con i grillini. Ma il terremoto nei dem, per i quali sembra profilarsi una cocente sconfitta, potrebbe minare la leadership di Matteo Renzi. Se il segretario saltasse, è ipotizzabile un cambio di rotta nel centrosinistra. Dall'altra parte c'è la Lega, che potrebbe superare Forza Italia e trasformarsi in un interlocutore per Luigi Di Maio.

I 5 Stelle hanno addosso gli occhi di tutto il mondo. Sono 88 le testate straniere accreditate, in una sede che rispecchia il nuovo dna istituzionale del Movimento targato Luigi Di Maio. Il leader arriva al quartier generale un quarto d'ora prima della chiusura delle urne. Sorridente, con una piccola borsa in mano, varca la soglia dell'ala riservata allo stato maggiore del Movimento. Alessandro Di Battista, in maglione e camicia, fuma una sigaretta in cortile sotto la pioggia. Poi entra e abbraccia il deputato Danilo Toninelli. Ci sono anche la candidata presidente del Lazio, Roberta Lombardi, e Davide Casaleggio. Poco dopo le 22 e 30 arriva anche l'europarlamentare Fabio Massimo Castaldo. A fare compagnia ai vertici due candidati vip nei collegi uninominali: i giornalisti Emilio Carelli e Gianluigi Paragone.

I grillini hanno vissuto una giornata elettorale tra alti e bassi. Di Battista ha sbagliato seggio, ingannato dal recente cambio di residenza: «Ti devono mandare un tagliandino, e a me non è arrivato», ha detto un po' in imbarazzo. A chi gli chiedeva se fosse colpa del Comune, e dunque di Virginia Raggi, il deputato ha risposto: «Non si fanno battute. Oggi c'è silenzio elettorale». Proprio la Raggi, poco dopo le 20, fa un appello al voto via Twitter, a urne ancora aperte: «Andate a votare: è un diritto ma anche un dovere. Coraggio, o si cambia, o tutto si ripete. Buon voto a tutti».

Le nuove camere si riuniranno il 23 marzo. E l'elezione dei presidenti d'assemblea sarà il primo banco di prova per possibili convergenze tra i partiti.

«Possiamo già dire che se i risultati che stanno emergendo fossero confermati, ci ritroveremmo di fronte a un dato straordinario, storico», dice il ministro della giustizia designato, Alfonso Bonafede, il primo a parlare ai cronisti. Che ha aggiunto: «Il M5s sarà il pilastro della prossima legislatura».

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