"Una follia", l'incubo dei parlamentari 5S

"Nessuno di noi metterebbe più piede in Parlamento". Questo il rischio di una scissione ventilato dai parlamentari del M5S che, ora, sperano si arrivi a un accordo tra Grillo e Conte

"Una follia", l'incubo dei parlamentari 5S

Lo spauracchio della scissione sembra allontanarsi e, in casa M5S, si tira un respiro di sollievo. "Meno male che non ci hanno trascinato in una rottura definitiva. Sarebbe stato un colpo di testa fatale", è il mood delle dichiarazioni raccolte da ilGiornale.it tra i pentastellati.

"Adesso speriamo che Conte capisca che è qui che bisogna lavorare, e non altrove", ci dice una parlamentare grillina al secondo mandato che aggiunge: "Vorrei proprio vedere, davanti a numeri che danno un suo fantomatico nuovo partito all'8%, quanti lo seguirebbero". Il sondaggista Nicola Piepoli, intervistato da Libero, ha spiegato chiaramente che, se Grillo e Conte si riappacificano, allora il M5S resta al 16%, ma "se si dividono, allora sono c... acidi". E ha ribadito che un eventuale partito di Conte "si prende la metà del Movimento 5 Stelle, non di più. Cioè l'8%". Ecco perché la nostra fonte rivela: "Un conto è quello che si dice, un altro quello che si fa. Il Movimento è il Movimento, con i suoi difetti ma anche con la sua storia e i suoi punti fermi. Il partito di Giuseppe Conte è un'idea che si sta rivelando per quello che è: una provocazione da agitare durante un dissidio". Un altro pentasellato storico, che ci chiede di mantenere l'anonimato, chiosa: "L'unico risultato di un'operazione simile sarebbe rimanere tutti a casa. Nessuno di noi metterebbe più piede in Parlamento".

Conte, però, del tutto noncurante degli effetti che produrebbe una scissione, continua a minacciarla. Se sabato, come ha scritto Domenico Di Sanzo sul Giornale di oggi, dallo staff dell'ex premier partivano messaggi di pace, ieri è ripartito il gioco al rialzo. "Sì all'accordo ma no alla diarchia", è la nuova linea portata avanti quasi per provocare l'incidente e per dar vita al suo partito personale. Gli editoriali di Marco Travaglio critici verso il lavoro dei sette saggi sono un indizio rivelatore delle reali intenzioni dell'avvocato di Volturara Apulla.

Certo è che, come hanno spiegato anche illustri politologi su ilGiornale.it, qualora Conte fondasse per davvero un suo partito correrebbe il serio rischio di fare la fine ingloriosa dell'ex premier Mario Monti che prese il 10% alle Politiche del 2013 ma non riuscì a capitalizzare tale consenso.

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