"Non avete imparato nulla..." Scoppia la rissa tra 5S e Pd

Il M5S ribadisce la contrarietà al Mes in un post su Facebook. Dagli alleati arrivano reazioni durissime: "È un approccio insostenibile"

"Non avete imparato nulla..." Scoppia la rissa tra 5S e Pd

Dopo l'assist, tiepido, del premier Conte sul Mes, il M5S non perde l'occasione per cavalcare la propaganda politica."Finché c’è il Movimento 5 Stelle in maggioranza - si legge in un post sul profilo ufficiale del Movimento - il Mes non sarà usato. Sentiremo l’informativa di Gualtieri sulla riforma dello strumento in sede europea e faremo i nostri rilievi. Non consentiremo ipoteche sui nostri figli e non accetteremo operazioni di palazzo". La precisazione pentastellata, risponde, a stretto giro, all'invito del ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire a usufrire del fondo salva Stati per evitare ulteriori choc su un'economia già piegata dalla crisi pandemica. Ma non piace agli alletati favorevoli al pacchetto europeo di aiuti a costo zero. E il Mes torna a spaccare l'esecutivo.

Finché c’è il Movimento 5 Stelle in maggioranza il Mes non sarà usato. Sentiremo l’informativa di Gualtieri sulla...

Pubblicato da MoVimento 5 Stelle su Giovedì 26 novembre 2020

Anche Conte chiude al Mes

Prima aveva agito da mediatore tra M5S assolutamente contario e Pd e renziani di Italia Viva favorevoli. Ora, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ospite a Otto e Mezzo su La7, si sbilancia e pare chiudere al Mes. "Abbiamo tantissime risorse, dobbiamo saperle spendere, abbiamo ingenti risorse nella legge di bilancio, abbiamo i fondi strutturali europei. Non ci mancano le risorse, ma abbiamo la necessità di cambiare passo. È quello che ci chiede l'Europa ed è quello che dobbiamo fare".

Insomma, per il premier ci sarebbero già altre linee di credito alternative e preferibili al fondo salva Stati. Una posizione che ha scatenato non pochi mal di pancia nell'esecutivo: "Inspiegabile non aver ancora chiesto il Mes viste le criticità portate alla luce dalla pandemia", bacchettano dall'ala pro Mes. La distanza tra gli alleati della maggioranza giallorossa resta netta, nonostante il tempo stringa. Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri riferirà nei prossimi giorni alle commissioni parlamentari competenti, prima dell'Ecofin del 30 novembre che dovrebbe dare il via libera alla riforma del Mes. Poi, la firma formale del trattato dovrebbe arrivare il 27 gennaio. La riforma, in realtà, avrebbe già incassato il nullaosta dei grillini, che si smarcano specificando essere altra cosa dall'acconsentire a un uso effettivo del Mes.

Le bordate dem ai grillini

La rinnovata serrata grillina al fondo salva Stati infiamma la polemica mai sopita tra gli alleati di governo. Durissima la reazione del senatore Pd Dario Stefano, presidente della commissione Politiche Ue di Palazzo Madama. "Non va mai bene affermare: finchè ci siamo noi in maggioranza il Mes non verrà usato. È un approccio insostenibile, tanto piu in un momento delicato come quello che viviamo. Il M5S non ha ancora del tutto imparato cosa voglia dire stare in un governo di coalizione, dove vale il pensiero comune e non le bandiere ideologiche dei singoli". Anche per la senatrice renziana Laura Garavini è finito il tempo dei rinvii. "La situazione è troppo drammatica per dire ancora un no ideologico. Abbiamo l'obbligo di spendere bene e di spendere il meno possibile visto che spendiamo i fondi dei nostri figli e dei nostri ragazzi".

Inchioda punto su punto la contrarietà pentastellata al Mes, invece, il commento del capogruppo dem in commissione Politiche europee alla Camera Piero De Luca. "La Riforma che oggi si sta definendo, e che già il precedente Governo ha iniziato a negoziare, migliorerà alcuni profili tecnici, rafforzerà la stabilità dell'Eurozona e quindi anche dell'Italia, tutelerà di più i nostri risparmiatori. Eppure - bacchetta il deputato Pd - le polemiche non si placano, dando il senso di quanto sia asfittico e dogmatico talvolta il dibattito politico italiano su alcuni temi anche decisivi. Per questo chiediamo a tutte le forze politiche di accantonare toni apocalittici o allarmismi ingiustificati, che minano la credibilità e la stabilità del Paese, e rischiano di alimentare paure negli investitori o tensioni sui mercati". Insomma, la stoccata, non troppo velata, è diretta all'abitudine dei 5 stelle di sacrificare gli interessi del Paese in nome della sterile propaganda di partito.

L'affondo a destra

La strumentalizzazione politica del fondo salva Stati non piace neanche alla destra, che rincara la dose. Anche il deputato di Fi Sestino Giacomoni sottolinea il punto e ci va giù pesante: "Il M5s continua a trattare la questione del Mes sanitario alla stregua di una pregiudiziale ideologica destinata tuttavia a scontrarsi non solo con il buon senso, il calcolo economico ma anche con la narrazione del governo. Sono convinto che anche sul Mes, come su tutto, la sinistra arriva sempre in ritardo. Fra un po' capiranno l'importanza di utilizzare queste spese per l'emergenza sanitaria.

Se il presidente del Consiglio sostiene che le risorse ci sono è ancora più grave perchè quando vediamo gli ospedali al collasso, quando mancano i medici, quando abbiamo visto che non ci sono reparti Covid allora vuol dire che questo governo, se aveva le risorse e non le ha usate o le ha usate male, è incapace".

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