Mentre in Italia il governo Meloni gode di pessima stampa e a giorni alterni deve giurare di non voler restaurare il Ventennio, all'estero la premier sembra aver vinto la diffidenza iniziale e conquistato il favore dei grandi giornali internazionali. L'esatto opposto di quel che gli avversari del centrodestra avevano previsto dal giorno delle elezioni, cioè l'inevitabile perdita di credibilità dell'Italia presso le cancellerie europee e i poteri internazionali a causa di una premier con una storia di destra come la leader Fdi. I fatti (e le opinioni) stanno però smentendo le cassandre. L'ultimo in ordine di tempo è Le Figaro, che l'altro giorno, in un editoriale firmato dal saggista Nicolas Baverez, fa un bilancio molto positivo dei primi mesi di governo italiano: «È evidente che Meloni ha smentito gli oracoli che annunciavano il suo inevitabile fallimento» scrive il quotidiano parigino, che dopo aver enumerato i meriti dell'esecutivo italiano conclude «lungi dal rompere con l'Unione e con le democrazie occidentali, l'Italia di Meloni si presenta come uno dei suoi pilastri». Nelle scorse settimane è stato il Washington Post, in un editoriale intitolato «Giorgia Meloni ha sorpreso i suoi critici», a elogiare la premier, descritta come «telegenica, in grado di pensare velocemente, furba», e capace», «il suo successo potrebbe essere un modello per altri esponenti di destra in Europa», scenario non scontato perché «sarà difficile replicare la sua ricetta segreta di acume, buon tempismo e fortuna», scrive il Wp. Anche l'altro grande giornale liberal americano, il New York Times, ha riabilitato la premier italiana, «finora ha governato in modo molto meno ideologico e autoritario del previsto. Mettendo in crisi l'Europa, che ora non sa quali carte giocare con il premier italiano» scrive il Nyt, riconoscendo che «la signora Meloni si è fatta valere. Ha placato le preoccupazioni internazionali sulla capacità dell'Italia di onorare i propri debiti, approvando un bilancio misurato. Ha avuto incontri cordiali con i leader dell'Unione Europea», muovendosi sul solco di Mario Draghi.
L'accreditamento della Meloni sulla stampa internazionale è anche frutto del lavoro diplomatico che Palazzo Chigi ha fatto per costruire una rete di relazioni all'estero, nelle capitali che contano. L'atlantismo del governo e la salda posizione della Meloni sulla guerra ucraina hanno contribuito all'immagine di affidabilità dell'Italia con gli alleati, specie oltreoceano. É proprio la fermezza sul dossier ucraino uno dei motivi, secondo il britannico Times, uno dei motivi della credibilità internazionale conquistata dalla Meloni. Il giornale londinese, in un articolo del corrispondente da Roma, Tom Kington, riconosce alla leader di FdI di «aver sorpreso i critici» a colpi di «buonsenso», grazie a cui «rimane comodamente l'esponente politico più popolare d'Italia, In un Paese in cui le lune di miele post-elettorali possono esaurirsi in un batter d'occhio». Anche l'Economist, che dopo la vittoria del centrodestra a settembre aveva titolato in copertina «L'Europa deve preoccuparsi?», ammette che «la Meloni si è finora dimostrata un'abile skipper». Attestati inaspettati, che arrivano anche da altri giornali di peso in Europa, come la Frankfurter Allgemeine Zaitung che, come nota Formiche.net, mette l'accento sulla moderazione dell'esecutivo italiano.
Del temuto spostamento a destra si vede poco, scrive Mattia Rub sulla Faz, piuttosto «Giorgia Meloni si muove sulla strada che ha intrapreso anche il suo predecessore Mario Draghi», scrive l'autorevole quotidiano tedesco che nota come il premier italiano sia attualmente il leader politico più popolare in Europa, mentre il cancelliere Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron sono 15 punti più in basso. Una leader apprezzata dagli giornali all'estero, meno ossessionati dal fascismo ormai dilagante in Italia.
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