Macron boccia l'Italia sulle misure anti-Covid

"Sbagliato non agire da europei". E Scholz concorda. Draghi smussa: parole in linea con l'ok del Consiglio

Macron boccia l'Italia sulle misure anti-Covid

Bruxelles. Il silenzio di Francia e Germania sulla decisione unilaterale di Roma di imporre tamponi anche ai vaccinati che dai Paesi dell'Ue viaggiano verso l'Italia è durato per tutta la giornata di giovedì. Nonostante il tema fosse stato oggetto di confronto durante la lunghissima maratona che ha caratterizzato l'ultimo Consiglio europeo dell'anno, infatti, né Parigi né Berlino - due delle diplomazie più pesanti dell'Unione - avevano manifestato dubbi. Così come nulla aveva obiettato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

Poi, un'ora e mezzo dopo la mezzanotte, Emmanuel Macron e Olaf Scholz hanno deciso di tenere una conferenza stampa congiunta. E non hanno lesinato critiche verso la decisione dell'Italia. Il più netto è l'inquilino dell'Eliseo. «La Francia non prevede l'introduzione di tamponi obbligatori a chi entra nel suo territorio», dice. «La libertà di movimento in Europa è importante e sulla possibilità di nuove restrizioni stiamo seguendo l'esempio di Parigi», gli fa eco il Cancelliere tedesco. Un discreto uno-due. Non tanto nel merito, perché che l'Ue stia valutando di seguire la strada intrapresa dall'Italia - ma anche da Portogallo, Irlanda, Grecia ed Estonia - non è un mistero. Quanto nella forma.

Nella suo primo Consiglio Ue, infatti, il successore di Angela Merkel decide di presentarsi in conferenza stampa congiunta in compagnia di Macron. Un segnale inequivocabile, dopo che il neo cancelliere tedesco aveva scelto proprio Parigi come destinazione della sua prima visita diplomatica all'estero. Anche nel dopo Merkel, insomma, l'asse franco-tedesco ribadisce la sua primazia in Europa. Anche se la sensazione è che Scholz debba ancora prendere confidenza con il suo ruolo. Merkel aveva la forza di tirare le somme alla fine di ogni Consiglio Ue e fare la sintesi, giovedì invece ci si è mossi in ordine sparso senza concludere nulla o quasi. Per non parlare del delicatissimo dossier tassonomia - che riguarda gas e nucleare - su cui si sono scontrati proprio Parigi e Berlino.

L'affondo all'Italia, però, non è un dettaglio. Anche perché, ieri mattina, Macron ha pensato bene di ribadire i concetti espressi qualche ora prima nella conferenza stampa in nottura. E lo ha fatto con un tweet, ancora più critico: «Le persone vaccinate non dovranno farsi il tampone per viaggiare nell'Ue. Di fronte alle varianti del virus dobbiamo agire da europei». Quasi a dire che l'approccio dell'Italia non è stato europeo. Parole, quelle del presidente francese, che arrivano a poche ore di distanza dall'appello al multilateralismo di Sergio Mattarella. «La realtà dei nostri giorni - ha detto il capo dello Stato giovedì sera, proprio mentre a Bruxells ci si confrontava sulle misure anti-Covid - ci lascia intendere che, in ogni ambito delle relazioni internazionali, approcci esclusivamente nazionali non hanno speranza di successo».

Mario Draghi, da parte sua, non sembra troppo preoccupato dall'accaduto. Anche perché sa bene che Macron è fortemente condizionato dalla campagna elettorale francese. D'altra parte, solo due giorni fa l'inquilino dell'Eliseo si è concesso su TF1 un'intervista fiume di ben due ore, il segnale di quanto il fronte-presidenziali sia ormai al centro dei suoi pensieri. E in questo senso è ovvio che Macron voglia dare un segnale di tranquillità ai suoi elettori, allontanando qualsiasi scenario di misure eccessivamente restrittive.

Anche per questo, forse, Draghi minimizza l'accaduto. «Hanno detto cose assolutamente in linea con l'intesa raggiunta al Consiglio», avrebbe detto il premier a chi gli faceva notare i toni di Macron. Certo, un qualche imbarazzo si registra in quel di Palazzo Chigi. Perché, come detto, il problema non è tanto il merito, quanto la forma e il linguaggio della diplomazia.

Peraltro, l'affondo di Macron arriva a pochi giorni dalla firma del Trattato del Quirinale tra Roma e Parigi. Con Scholz, invece, Draghi si vedrà lunedì, quando il cancelliere sarà a Roma per la sua prima visita istituzionale.

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