Maduro sempre più solo e violento, altri 37 morti

Gli analisti: il Paese è come la Romania di Ceausescu. Arrestati quasi 300 soldati antiregime

Maduro sempre più solo e violento, altri 37 morti

Sale a 37 in Venezuela il numero dei morti per la repressione ordinata dal presidente Nicolás Maduro e non c'è nulla che lasci presagire un'uscita incruenta da un regime sempre più inviso alla stragrande maggioranza della popolazione, ridotta alla fame dalle folli politiche economiche di chi governa qui da 18 anni. Come prevedibile la radicalizzazione imposta lo scorso 1 maggio da Maduro - il presidente più odiato della storia del Venezuela e che invece di sfamare il suo popolo vuole cambiare la Costituzione per chiudere il Parlamento ha fatto precipitare il Paese sudamericano in uno scenario ancor più drammatico di quanto non fosse già. Molti analisti ascoltati da Il Giornale sottolineano le similitudini con quanto accadde nella Romania dei giorni precedenti alla caduta di Ceausescu. Il regime è sempre più isolato, anche sul fronte interno. Se infatti ieri Maduro ballava la salsa nel Consiglio elettorale dove aveva appena depositato la folle richiesta di Costituente, persino un supporter della prima ora del chavismo come il direttore d'orchestra Gustavo Dudamel lanciava un appello affinché il presidente «ascoltasse il suo popolo». Una voce importante, anche se arriva solo dopo il barbaro assassinio di un giovane violoncellista, Armando Cañizales, che suonava nell'orchestra el Sistema, uno dei fiori all'occhiello del chavismo umano degli inizi. Una voce che si aggiunge a quella della procuratrice generale della Repubblica bolivariana, la chavista Luisa Ortega, che prima ha denunciato «l'arresto arbitrario di centinaia di innocenti» e ieri ha detto che «non si può chiedere ai cittadini il rispetto della legge se lo Stato non la rispetta». Giusto per far capire che se un domani qualcuno sarà accusato di «gravi violazioni dei diritti umani» all'Aja, non sarà di certo lei, a cui Maduro ha tolto la scorta che aveva da un decennio proprio per queste dichiarazioni. E che dire di Eustoquio Contreras, saggio deputato chavista che a suo rischio e pericolo ha denunciato sin dal 1 maggio la follia della Costituente «comunista»? E per Maduro aumentano anche i problemi tra le fila dei soldati semplici della Guardia nazionale, mandati ogni giorno da oltre un mese in strada a bastonare el pueblo. Secondo quanto denunciato ieri da Henrique Capriles, ultimo leader dell'opposizione ancora a piede libero, «ieri altri 84 soldati sono stati arrestati, perché ritenuti poco affidabili dalla dittatura». 84 che si vanno ad aggiungere agli oltre 200 già arrestati, nei giorni scorsi, perché non se la sentivano più di sparare sul loro popolo.

Da segnalare infine l'accordo vergognoso tra la ministra delle Carceri, Iris Varela, e quello degli Interni, Nestor Reverol per liberare i peggiori delinquenti di Maracaibo ed integrarli così ai collettivi che appoggiano a suon di colpi di pistola il regime. All'Aja i loro nomi sono già stati registrati.

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