Maggioranza compatta sulle modifiche. Cattaneo: "Mantenute le promesse fatte"

I forzisti: "Bene su pensioni minime, superbonus e decontribuzione". Salvini: "Provvedimento che non fa miracoli ma aiuta tante persone"

Maggioranza compatta sulle modifiche. Cattaneo: "Mantenute le promesse fatte"

Ultime tensioni attorno alla manovra economica. Il cammino alla Camera è accidentato, tra errori, rilievi, correzioni e qualche polemica, così si accumula un po' di ritardo. Ma la maggioranza evita l'esercizio provvisorio e dovrebbe arrivare, un po' in affanno, alla conclusione nell'aula di Montecitorio alla vigilia di Natale, poi al Senato si farà Capodanno, dice Matteo Salvini.

«È una manovra in un momento difficile, non fa miracoli ma aiuta tante persone. Va approvata, costi quello che costi, entro la fine dell'anno», assicura il leader della Lega e ministro per le Infrastrutture e Trasporti.

Fratelli d'Italia e Lega hanno ottenuto molto nella stesura della legge finanziaria approvata dal Consiglio dei ministri, ma Forza Italia ha recuperato nel lavoro parlamentare e ora è soddisfatta dei risultati ottenuti migliorando significativamente, a parere degli azzurri, il testo iniziale. «Alla fine, il giudizio è positivo - dice al Giornale il capogruppo dei deputati azzurri, Alessandro Cattaneo -, in Parlamento abbiamo fatto più di ogni altro per mantenere le promesse fatte agli elettori». Spiega Roberto Pella, relatore azzurro della manovra e capogruppo di maggioranza: «Tutte le indicazioni del presidente Berlusconi sono state inserite nel testo di Palazzo Chigi e mi riferisco a 3 in particolare: le pensioni minime portate a 600 euro al mese, la decontribuzione per i giovani assunti e lo sblocco dei crediti per il superbonus con la proroga della Cina. Questo si aggiunge all'abbattimento dei contributi in busta paga di 3 punti e al bonus sud e dimostra che la nostra visione è su tutta la popolazione, anziani, giovani, famiglie, lavoratori, con l' abbattimento del cuneo fiscale e gli aiuti concreti per le imprese. Ho molto lavorato per mantenere un filo diretto con l'opposizione che, con spirito istituzionale, ha scelto una collaborazione concreta e fattiva per arrivare all'obiettivo comune».

La presidente dei senatori di Fi, Licia Ronzulli, sottolinea al Foglio che, considerati i tempi stretti obbligati, «in meno di due mesi abbiamo allestito una manovra di tutto rispetto, premesso che due terzi dei 35 miliardi erano giustamente vincolati per tutelare imprese e famiglia dal caro energia. Certo, si può sempre fare di più. Il nostro obiettivo di legislatura resta quello di portare le pensioni minime a mille euro».

Respinge ogni ipotesi di condoni nella legge di Bilancio, ricordando che col governo Renzi, sì «venne approvato un megacondono, con tanto di scudo penale, per quanti avevano illegalmente spostato capitali all'estero. Parlarono di voluntary diclosure, ma era un condono in cashmere».

La maggioranza è convinta di aver dato un segnale di forza votando tutti gli emendamenti unitariamente, mentre l'opposizione si è divisa. E c'è anche il sospetto, tra gli azzurri, che il chiasso sull'emendamento riguardante il presunto condono attribuito al sottosegretario alla Giustizia di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto, servisse solo a distogliere l'attenzione dal successo ottenuto in parlamento dal partito di Berlusconi».

Dice il vicepresidente azzurro della Camera Giorgio Mulè a Il Dubbio: «In questa manovra c'è l'idea del paese che ha Fi, un paese che obbedisce da un lato alle necessità degli ultimi e di quelli che non hanno capacità di produrre reddito, e quindi i pensionati, dall'altro quello di mettere le persone al centro della politica, e quindi il sostegno a famiglie e imprese».

Fratelli d'Italia batte molto sulla riforma del reddito di cittadinanza. «Non si può vivere per tutta la vita - dice Lino Ricchiuti, vice-responsabile del dipartimento Imprese e Mondi produttivi - di reddito di cittadinanza, specie se si è giovani e occupabili. Non può essere una pensione a vita, ma un sussidio provvisorio finalizzato all'inserimento nel mercato del lavoro. Giuseppe Conte e i 5Stelle, lo hanno volutamente fatto fallire per poter attingere a un serbatoio di voti di cittadini sussidiati dallo Stato.

Hanno avuto una maggioranza bulgara nella scorsa legislatura, avevano quindi la possibilità di apportare i dovuti correttivi per coinvolgere centri per l'impiego, agenzie private e comuni, come del resto avviene in altri Paesi. Se così avessero fatto, nessuno avrebbe avuto da ridire. Invece nulla. I cittadini italiani sappiano allora che i primi ad aver boicottato questa misura sono stati proprio i suoi artefici».

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