"La magistratura ha perso credibilità"

Il gip Castiglia esce allo scoperto: "Gravi i racconti di Palamara"

"La magistratura ha perso credibilità"

«Siamo nella fase del danno grave. Purtroppo, i magistrati la credibilità se non l'hanno persa del tutto, l'hanno persa in grave misura e non si recupera se non si adottano delle modifiche del sistema di funzionamento dell'ordinamento giudiziario. Perché il problema della magistratura, in generale, è legato all'ormai sistema carrieristico e gerarchico, che è stato introdotto nella magistratura e ce ha creato un reticolo dentro il quale, come dimostrano le chat di Palamara, hanno un ruolo centrale la raccomandazione, le conoscenze, i rapporti di forza tra i gruppi, gli scambi. Tutte cose che finiscono con l'incidere sulle determinazioni degli organi competenti, come è stato sanzionato anche in alcune sentenze».

A parlare, in una lunga intervista all'AdnKronos, è il gip di Palermo Giuliano Castiglia, componente del Comitato direttivo centrale dell'Anm, che commenta le accuse di Luca Palamara nel libro «Il Sistema», scritto insieme al direttore Alessandro Sallusti.

Castiglia è uno dei magistrati firmatari della lettera appello che chiede chiarezza sulle denunce di Palamara, arrivata in poche ore a 50 firme. «Luca Palamara - osserva - va preso con le pinze, con la dovuta accortezza. Però, certamente, le cose che racconta sono molto gravi. Si assume delle serie responsabilità ma proprio per questo va tenuto in considerazione ciò che dice». E pone l'accento sulla necessità di una riforma del sistema: «Se non interviene il Parlamento a modificare le regole di funzionamento del sistema le cose non cambieranno mai. Il sistema è imperniato su un Csm in cui si lascia libertà ai gruppi organizzati in forma di partiti di selezionare i candidati e di conseguenza i componenti del Csm, è un sistema che va fuori dalla Costituzione» perché «è un Csm che rappresenta i partiti, cioè le correnti, non è rappresentativo dei magistrati».

Il Sistema

Castiglia prende ad esempio un caso recente: «La delibera con cui sono stati nominati sei componenti del comitato direttivo centrale della scuola della magistratura è stata adottata dal Csm dopo lo scandalo Champagne. È una delibera annullata dal Tar e l'annullamento è stato confermato dal Consiglio di Stato con una sentenza che rende palese che il sistema di nomina continua a essere quello correntizio».

Qual è, allora, il problema? «Che la tendenza al condizionamento delle scelte dell'autogoverno - racconta Castiglia - e in particolare delle nomine dei dirigenti da parte dei partiti interni alla magistratura, apre la breccia a tanti altri tipi di condizionamenti, sia da parte di coloro che sono direttamente chiamati a concorrere, anche formalmente, nelle scelte sia a livello generale da parte di soggetti del tutto estranei all'autogoverno». Che fare, dunque? «Cambiare le regole di ingaggio - dice - modificando quelle che alimentano i comportamenti distorsivi».

Sulla lettera appello firmata da una cinquantina di magistrati per chiedere che il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi e il togato del Csm Giuseppe Cascini smentiscano «in modo convincente» la versione di Palamara, specifica quindi: «Non è un'accusa alle persone, è un problema di salvaguardia dell'istituzione».

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