"Mai come adesso l'Ue segue l'Italia nella sua strategia"

Nicola Procaccini, eurodeputato, responsabile per Fdi del dipartimento energia e ambiente e presidente dei Conservatori europei, a tutto campo sul Piano Mattei

"Mai come adesso l'Ue segue l'Italia nella sua strategia"
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Nicola Procaccini (foto), eurodeputato, responsabile per Fdi del dipartimento energia e ambiente e presidente dei Conservatori europei, a tutto campo sul Piano Mattei.

L'opposizione contesta l'azione del governo, sostenendo che il progetto della Meloni sia solo denso di «chiacchiere».

«È un punto di partenza. Per la prima volta dopo troppi anni, l'Italia decide di tornare centrale nel rapporto con le nazioni africane, in particolare con quelle del Nord Africa. Lo fa trascinando con sé l'intera Ue, che non a caso era presente con le sue massime istituzioni alla conferenza. E lo fa creando i presupposti di una collaborazione che non è né predatoria né assistenzialista. Ma con un rapporto da pari a pari, sotto il profilo della sicurezza, dell'energia, dello sviluppo economico e anche dell'istruzione e della formazione professionale».

Forse l'effetto del Piano Mattei che più interessa al popolo italiano riguarda l'immigrazione.

«E il Piano Mattei è, per l'immigrazione, un passo gigantesco, i cui risultati li potremo misurare nel medio lungo periodo. Non affrontiamo l'emergenza in attesa di poterne affrontare una nuova ma creando le condizioni per una soluzione di lungo periodo. Credo che il caso albanese sia simbolico. Non solo perché si è stabilita la legittimità costituzionale dell'accordo Italia-Albania. Ma soprattutto perché ricordiamo l'esodo albanese di 30 anni fa, invece oggi sappiamo che l'Albania ha strutture economiche e politiche solide».

Bonelli dei Verdi dice che per risolvere i problemi dell'Africa bisogna cancellare il debito.

«Come Bonelli dovrebbe sapere, la trappola del debito è il pericolo dietro cui si cela l'influenza cinese sul continente africano. Il debito occidentale è ormai residuale e non ha le caratteristiche di aggressività che ha la realtà cinese, per non parlare di quella russa che crea una dipendenza militare. Credo che l'Italia e l'Europa possano proporre un altro tipo di collaborazione che sia a maggior vantaggio delle popolazioni africane».

L'Italia, mai come in questa fase, sembra apripista in Ue.

«Per la prima volta abbiamo la sensazione di una commissione e di istituzioni europee disponibili a seguire l'Italia nella sua strategia geopolitica. Dovrebbe essere salutato positivamente indipendentemente dai colori politici.

I risultati non li raccoglierà il governo Meloni: ci vorranno dieci-venti anni. I risultati li raccoglieranno i governi tra vent'anni, e potrebbe essere la stessa opposizione a governare. La politica estera dovrebbe essere zona franca dal ping pong della politica interna, perché riguarda tutti».

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