"Radici di Latina non si cancellano". Durigon nella bufera

Il sottosegretario Claudio Durigon costretto a difendersi dal fuoco di fila della sinistra. Al centro della querelle la proposta d' intitolazione di un parco ad Arnaldo Mussolini

"Radici di Latina non si cancellano". Durigon nella bufera

Il sottosegretario del ministero dell'Economia Claudio Durigon, che è leghista, è finito nel mezzo ad una bufera di critiche. Il tutto è nato in queste ore per via di una proposta relativa ad un parco.

L'esponente del partito guidato da Matteo Salvini ha infatti ventilato l'ipotesi d'intitolare di nuovo uno dei principali parchi di Latina ad Arnaldo Mussolini, il fratello minore del vertice del fascismo. Quel luogo, da qualche anno, è stato dedicato alla memoria dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Prima di quel cambiamento, a Latina il parco è sempre stato conosciuto come "parco Mussolini". Per la sinistra, l'idea di Durigon è semplicemente inaccettabile. Il sottosegretario ha spiegato quanto esposto durante un comizio, che dovrebbe essersi tenuto un paio di giorni fa proprio nel capoluogo laziale, mediante Twitter.

Il politico pontino ha parlato di "polemica sterile", aggiungendo che "mai e poi mai, Falcone e Borsellino meritano molto di più di un parco che ad oggi è anche malcurato, però penso che le radici della città di Latina non debbano essere cancellate". Insomma, Durigon non aveva intenzione di mettere in discussione il valore dei due giudici che hanno perso la vita a causa della mafia. Semmai, il leghista, si dice convinto che l'identità di quella città non debba essere dispersa.

Angelo Salafia, deputato grillino, si è detto meravigliato che Claudio Durigon facesse ancora parte del governo presieduto da Mario Draghi. La senatrice Monica Cirinnà, come racconta ItalPress, ha chiesto la rimozione dall'esecutivo del sottosegretario. Un altro grillino, Eugenio Saitta, che è il capogruppo grillino presso la Commissione Giustizia della Camera, ha chiesto a Durigon di uscire in maniera autonoma dal governo. Un vero e proprio coro, dunque, tutto tendente a far sì che Durigon non svolga più l'incarico che ricopre attualmente. Ma le dichiarazioni scandalizzate sono molte e continuano ad emergere anche mentre scriviamo.

Dal canto suo, il sottosegretario, come ripercorso dall'Adnkronos, con cui Durigon ha parlato, si è difeso dichiarando quanto segue: "Figuriamoci se voglio andare contro due eroi come Falcone e Borsellino. Il mio intervento - ha aggiunto -, in quel contesto, con le persone di Latina, voleva solo ribadire la storia della città, che non va dimenticata". Poi la specificazione sul perché della proposta: "La stessa storia della mia famiglia è legata alla bonifica di questa terra, stiamo parlando delle persone che hanno dato pure la vita per questo, che sono morte di malaria". "Il mio - ha chiosato il leghista - non era certo un inno al fascismo, non è quella la mia intenzione, io non sono fascista, né lo sono mai stato". Il punto è dunque storico e non ideologico. Ma quanto spiegato da Durigon non basta alla sinistra.

Il Partito Democratico del Lazio ha domandato le scuse al sottosegretario. Alessandro Cozzolino del Pd, sempre secondo quanto ripercorso dall'agenzia sopracitata, ha commentato così questa storia: "Cancellare dal parco centrale di Latina i nomi di due eroi della Nazione come Falcone e Borsellino per fare posto a quello del gerarca fascista Arnaldo Mussolini fratello del Duce. Ecco la priorità della destra nel capoluogo pontino in vista delle prossime amministrative - ha fatto presente il piddino - . Una volontà esplicitata, fatto ancora più grave, da un rappresentate delle istituzioni in occasione di un evento pubblico". Durigon, comunque, aveva già approfondito il tema con un altro cinguettio:"Mai e poi mai - aveva scritto il politico che milita nel partito salviniano - penserei di mettere in discussione il grande valore del servizio prestato allo stato dai giudici Falcone e Borsellino: ciò non toglie che è nostro dovere considerare anche le radici della città".

Intanto è arrivata pure la presa di posizione di Vincenzo Zaccheo, storico esponente della destra latinate e in odore di candidatura a sindaco per le amministrative ottobrine, dopo aver già ricoperto più mandati: "Se dovessi tornare a fare il sindaco, non cambierei il nome al parco Falcone e Borsellino. Durigon? Solo una battuta", ha detto l'ex primo cittadino all'Adnkronos.

Le polemiche, comunque, non si contano più: in queste ore hanno detto la loro Maria Falcone, che ha peraltro confidato che "che il Presidente del Consiglio e il Consiglio dei Ministri prendano le distanze da questa proposta che non merita commenti", il segretario nazionale della sinistra italiana Nicola Fratoianni che si è soffermato sul fatto che Durigon avrebbe superato "un altro limite", e l'onorevole Emanuele Fiano del Pd, che si è pronuncianto anche così sulla vicenda: "No, Durigon, siete voi che cercate di raccattare voti con la nostalgia fascista, siete voi che

dovete vergognarvi ed è la Lega che deve spiegare al mondo se ha scelto di appartenere come dice ai moderati del PPE, oppure se sceglie di raschiare ancora il fondo del barile neofascista. Direi che Durigon abbia scelto".

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