Smontata la passerella della Farnesina per il Patto per l'export il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è partito per la Grecia con lo scopo di salvare le vacanze degli italiani. «Da una parte lavoriamo al rilancio del Made in Italy nel mondo con il patto per l'export - ha detto appena atterrato ad Atene - contestualmente siamo impegnati a sbloccare i flussi turistici con i Paesi Ue». Se dalla Grecia ha ottenuto la promessa di uno sblocco graduale delle limitazioni per gli italiani fino alla fine di giugno, è sull'altro fronte, quello del Made in Italy, che la Farnesina si prepara ad armare un bazooka di propaganda. La comunicazione è fondamentale per i giallorossi. A partire proprio dalle conferenze stampa in prima serata del premier Giuseppe Conte, e Di Maio non è da meno. Vuole ritagliarsi lo spazio di ambasciatore dell'italianità nei cinque continenti e per questo è pronto a finanziare «una campagna di comunicazione» che «si articolerà lungo un arco temporale di un anno». Valore dell'operazione? 50 milioni di euro. Sul sito del governo appalti innovativi.gov è stato già pubblicato l'avviso di una consultazione di mercato condotta da Ice, l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internalizzazione delle imprese italiane su iniziativa del Ministero degli Esteri e con il supporto dell'Agenzia per l'Italia digitale. E si legge che «il valore complessivo degli acquisti relativi al programma è di 50 milioni di euro». Il primo incontro pubblico rivolto a «imprese, università, centri di ricerca, enti del terzo settore e persone fisiche» è in programma per il 19 giugno e si svolgerà a distanza, attraverso l'uso di una piattaforma digitale. D'altronde è stato lo stesso Di Maio, durante il convegno di lunedì, a indicare nella comunicazione uno dei «sei pilastri» fondamentali per il patto sull'export e il rilancio del Made in Italy. Nominata per prima durante il meeting alla Farnesina, in un elenco che comprende la formazione, l'e-commerce, il sistema fieristico, la promozione integrata e la finanza agevolata. Perché, ha spiegato il ministro grillino, «la ripartenza non potrà prescindere dall'avvio di un grande re-branding nazionale». Un ritocco al marchio dell'Italia che vale 50 milioni di euro. Con una procedura che terminerà entro settembre, con la scelta delle migliori proposte per dare un tocco di vitalità al Made in Italy.
E rientrano in questo schema ambizioso le voci che sono cominciate a circolare sulle mire dell'ex capo politico del M5s su un ministero-chiave per la causa della promozione del Belpaese, adesso guidato dall'uomo più importante del Pd nella compagine governativa.
Parliamo del Turismo in capo a Dario Franceschini, un dicastero che Di Maio avrebbe voluto sdoppiare dai Beni Culturali già a settembre. E che ora potrebbe diventare una delle caselle di un rimpasto di governo come contropartita per l'ex leader pentastellato.
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