Il maldestro arcobaleno a 5 Stelle

Tra una disputa con Renzi sui servizi segreti e la difesa delle sue vecchie parcelle da avvocato d'affari, Giuseppe Conte ora si pone come paladino dei diritti civili

Il maldestro arcobaleno a 5 Stelle

Tra una disputa con Renzi sui servizi segreti e la difesa delle sue vecchie parcelle da avvocato d'affari, Giuseppe Conte ora si pone come paladino dei diritti civili. Nessun dubbio sulla sincerità del suo spirito anti discriminazioni. Più opinabile il fatto che ora, come responsabile in pectore dei Cinque Stelle, si lasci inebriare dall'entusiasmo fino a giudicare «urgente» l'approvazione del ddl Zan. Così vogliono il Pd e l'ala di sinistra che l'ha sostenuto al punto di ostacolare l'arrivo di Draghi. E l'ex premier si allinea con zelo al mood progressista.

Nella politica quotidiana, diventa difficile anche per una forza ministeriale come M5s cavalcare battaglie etiche che riguardano più la libertà di coscienza che l'agenda di governo. Curioso che tutto avvenga nella stessa giornata, quella dedicata alla celebrazione mondiale contro l'omofobia. Critiche dai social e da Forza Italia si abbattono sul ministro degli Esteri Di Maio che giusto ieri, il fatidico 17 maggio, ha incontrato a Roma l'omologo iraniano Zarif. Proprio il cerbero del regime che dispensa frustate e impiccagioni per i «reati» di lesbismo e sodomia. Ricevuto peraltro nel pomeriggio anche da Papa Francesco. È la realpolitik, bellezza. Zan o non Zan, la diplomazia tratta da sempre con dittatori e ceffi discutibili. Palpabile l'imbarazzo di Di Maio, che ha dovuto vestire i panni dell'insensibile che sceglie di stringere mani sgradite senza improvvisare un sit-in alla Farnesina sui diritti umani. Fosse stato Salvini al suo posto forse avremmo sentito anche questa. Poi quando si mescola l'alta politica internazionale alla bassa macelleria di paese, le grandi questioni possono sfociare nell'avanspettacolo. Hanno indignato i social i cinque minuti di follia di un giovane consigliere comunale dei 5 Stelle, Francesco Terrezza, che ha festeggiato a modo suo il 17 maggio. Si è prodotto in un post sessista inneggiando in dialetto ciociaro al sesso femminile: basta così la descrizione. Costernato il sindaco di San Giorgio a Liri, in provincia di Frosinone, che ha preso le distanze da una goliardata che non ha divertito nessuno. Soprattutto in un piccolo centro che ospita un archivio sui bestiali stupri di guerra subiti nel maggio 1944 dalla popolazione da parte dei Goumiers, i famigerati soldati marocchini. Piccola cronistoria tragicomica di una maldestra celebrazione arcobaleno vissuta in casa grillina, dal capo in testa a un eletto di periferia.

L'omofobia è un reato gravissimo che va perseguito in tutto il mondo e non solo in Occidente. Peccato che il ddl Zan, non è nuovo, si profili come un testo divisivo che inserisce elementi invasivi rispetto al diritto di critica e alla libera scelta di orientamento sessuale.

Per mesi assisteremo alla contrapposizione caricaturale tra i fanatici che sfasciano la famiglia e i conservatori destroidi che la difendono. Ma questa maggioranza di emergenza non doveva occuparsi solo di vaccini e riaperture?

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