I «kamikaze» di Chernobyl. Chiusi per tre settimane in un bunker tossico. Inalando particelle nocive, toccando a mani nude materiale contaminato. Scavando trincee in un terreno ad altissima concentrazione radioattiva. Un lento ma implacabile avvelenamento di cui però erano ignari. Per totale ignoranza e per criminale responsabilità dei vertici militari che, invece, sapevano ma si sono ben guardati dal riferire ai propri soldati (per lo più giovani di leva mandati allo sbaraglio) i rischi che correvano nel vivere 24 ore su 24 fra le scorie della centrale nucleare di Chernobyl. Un «mostro» trasformatasi dopo l'inizio della guerra da simbolo del disastro nucleare del 26 aprile 1986 a «obiettivo strategico» in vista della presa di Kiev; poi sappiamo com'è andata e il flop della conquista della capitale ha comportato il ritiro dell'esercito di Putin da Chernobyl, divenuta tatticamente inutile. E adesso, con il «mostro» tornato a essere una scatola vuota ma pur sempre micidiale, si scopre che i soldati russi che l'hanno a lungo «abitata» lo hanno fatto in maniera suicida senza adottare la minima cautela, candidandosi, inconsapevolmente, «a morte sicura nel giro di un anno», almeno secondo la previsione dei medici che hanno analizzato le loro condizioni di salute.
È di ieri il reportage esclusivo della Cnn, entrata nella centrale dopo il ritiro dei soldati russi: «La prima cosa che si sente è il beep impazzito del contatore Geiger». Tra ambienti interni e natura esterna non c'è una grande differenza: il segnale elettronico di morte presenta i medesimi valori «fuori norma». Per settimana i soldati russi si sono scambiati a vicenda le particelle tossiche sprigionate dalle polveri radioattive durante le manovre militari all'interno della Foresta Rossa (l'area più contaminata al mondo), a ridosso del famigerato «sarcofago» del reattore n.4 di infausta memoria. Una sorta di «contagio nucleare» che non lascerà scampo ai militari russi, privi perfino delle minime attrezzature previste per chi opera in zone contaminate. La Cnn riporta la testimonianza del personale ucraino che, dopo essere stato ostaggio dei soldati russi, è ora tornato in possesso dell'impianto: «Sono andati ovunque, portando polvere radioattiva sui loro corpi e attraverso le scarpe». In un'area della foresta dove i russi hanno scavato trincee e attrezzato postazioni per tank e lanciamissili, la Cnn ha trovato un contenitore per il rancio militare «con livelli di radiazione 50 volte superiori agli standard». Nelle immagini dell'emittente americana «le aree della centrale appaiono saccheggiate: a terra abiti, beni personali, scatole e sacchetti». «I soldati russi hanno frugato negli abiti e nelle cose personali degli ucraini come dei cani, in cerca probabilmente di denaro, cose di valore, portatili», ha accusato il ministro dell'Interno ucraino, Denys Monastyrskyy.
Ma ora la domanda-chiave è: in che condizioni si trova la struttura dopo il ritiro delle truppe russe? «I livelli di radiazione sono ulteriormente saliti, ma non rappresentano un serio pericolo», la risposta del ministro dell'Energia ucraino, German Galushchenko. Che invece si mostra molto più pessimista sulle sorti delle centinaia di soldati russi che «durante la criminale occupazione dell'impianto si sono esposti a letali livelli di radiazioni e non hanno più di un anno di vita». Al momento sono in funzione 8 dei 15 reattori ucraini concentrati in quattro zone del paese.
Per ognuno di essi i presidi militari sono stati rafforzati. Il ministro della Difesa ucraino, Oleksij Reznikov, assicura: «Quanto accaduto alla centrale di Chernobyl non deve ripetersi».Ma purtroppo stanno accadendo cose peggiori.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.