Mamma anziana in Stato assente

Dentro la trincea di Kiev si è combattuta una silenziosa battaglia, a vincere per una volta è stata la vita

Mamma anziana in Stato assente
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Dentro la trincea di Kiev si è combattuta una silenziosa battaglia, a vincere per una volta è stata la vita. Diventare mamme a 63enne di un maschietto con un cesareo, dopo 31 settimane di disinvolta gravidanza ottenuta grazie alla fecondazione assistita praticata in Ucraina, è l'ennesimo record agrodolce di una corsa senza limiti verso l'eugenetica. A nessuno importa che il fratellino si sia spento dopo pochi giorni né chi siano i genitori biologici che la donna sola, senza compagno né parenti stretti (pare), si è scelti su un catalogo della famigerata Biotex. Nel paradosso di un'Europa il cui ventre molle è anche il più fertile, il miracolo della vita nasce contro ogni ragionevolezza, un desiderio di maternità pagato profumatamente non diventerà mai un diritto «positivo» alla genitorialità, come invece qualcuno reclama a gran voce - siamo in campagna elettorale, quando è lecito promettere di tutto - soffocando al tempo stesso il diritto, questo sì «naturale», di qualsiasi nascituro a una madre e un padre che magari si amino e credano in un progetto di vita, per quanto fragile, come sussurrano indefessi quei rompiscatole idealisti dei cattolici. Persino la gaia scienza sconsiglia alle donne over 50 di sottoporsi a questa pratica per il rischio ostetrico che comporta, ma quel grumo ostinato di cellule, con in dote il Dna di un bagnino e di una maestra di nuoto, una non lo sapeva e va bene così.

Lo Stato che ha permesso a un suo cittadino di calpestare bellamente codici naturali e civili presto si sveglierà dal suo torpore e reclamerà con tracotanza la volontà di strappare quel bambino a una mamma troppo vecchia, come è già successo. Sarebbe un errore, l'ennesimo in una battaglia di carte bollate che non fa gli interessi di nessuno, men che mai di un minore nato solo, figlio di un egoismo e orfano di amore.

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