
Come un salto indietro al tempo dell'emergenza Covid, solo che in questo caso in emergenza da codice rosso c'è solo la sanità del Salento, dove può capitare di dover aspettare in ambulanza per ore di essere ricoverati, in fila fuori dall'ospedale a bordo di mezzi usati come ricovero per i pazienti. È accaduto nei giorni scorsi al pronto soccorso dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce, ma la situazione è al collasso in quasi tutta la provincia.
Nella maggior parte delle strutture ospedaliere mancano personale e posti letto, con inevitabili ripercussioni sui pazienti. Tra mercoledì e giovedì della scorsa settimana diverse ambulanze sono state costrette ad aspettare fino ad otto ore che i malati venissero ricoverati, ferme in coda senza poter rispondere alle altre chiamate di soccorso. Questo perché i posti letto non c'erano ed erano finite anche le barelle, dove di solito vengono collocati i pazienti in attesa che si liberi qualche letto. Mercoledì mattina un mezzo arrivato al Fazzi alle 6.50 del mattino è riuscito a ripartire soltanto dopo le 12,45. Fino a quell'ora ha dovuto aspettare che il paziente venisse preso in carico dal pronto soccorso. Lo stesso è accaduto mercoledì notte ad un'altra autoambulanza rimasta ferma dalla mezzanotte alle otto del mattino ed ad una signora portata in ospedale per un virus intestinale e «parcheggiata» in ambulanza per cinque ore prima di ottenere un posto letto regolamentare.
Non va meglio altrove. I disagi dovuti alla carenza di personale si fanno sentire in diverse strutture sanitarie pugliesi. I medici in servizio sono pochi e faticano a coprire i turni per garantire il servizio. In molti casi questo ha comportato il blocco delle ferie e il richiamo del personale. Ma basta che qualcuno si metta in malattia o prenda un permesso per fare saltare il precario equilibrio mantenuto grazie ai sacrifici di medici e infermieri, che operano quotidianamente con un grande sovraccarico di lavoro.
Una situazione che, inevitabilmente, ricade sui pazienti. Le liste di attesa si allungano, le prestazioni non sono sempre garantite in tempi congrui, gli interventi a volte saltano, il rischio di errori sanitari è sempre in agguato.
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