Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio raffigurato in un fotomontaggio di un manifesto come lo statista Aldo Moro nella storica foto del sequestro da parte delle Br. I volantini sono comparsi ieri sui muri attorno al centro sociale Askatasuna di Torino. Sotto il manifesto anche la scritta «I cosplayer che vogliamo», in riferimento alla cultura dei manga giapponesi, in cui si indossa il costume di un personaggio dei fumetti o dei videogiochi interpretandolo. Sulla vicenda indaga la Polizia. E sul caso dei manifesti che sostituiscono il suo volto a quello di Moro nell'immagine delle Brigate rosse il governatore
Cirio parla di «minacce che si aggiungono a quelle rivolte in queste ore a rappresentanti della Giustizia e di altre Istituzioni dello Stato». L'attacco al presidente Cirio arriva il giorno dopo l'invio di due proiettili al giudice Elena Bonu che ha respinto le richieste di misure alternative per Dana Lauriola, esponente di punta No Tav. A seguire un altro episodio, sempre in queste ore. Intorno a Palazzo di Giustizia di Torino la polizia ha trovato volantini con le foto di rappresentanti delle istituzioni. «La mafia del Tav siede in prefettura, questura, tribunale: smascheriamo la cupola!», è la scritta sopra le fotografie del questore di Torino Giuseppe De Matteis, del prefetto Claudio Palomba e di alcuni magistrati e di un dirigente di polizia. Una serie di fatti che fa dire a Cirio: «Qualcuno forse pensa di fermare il Piemonte e i piemontesi con le intimidazioni. Ma, ci ha insegnato Aldo Moro, La vera libertà si vive faticosamente tra continue insidie».
Dal gruppo della Lega al consiglio regionale del Piemonte arriva l'allarme: è una escalation preoccupante. Senza dimenticare le scritte, firmate Carc, apparse settimane fa con accuse e minacce al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana.
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