"La manovra? Da 25 miliardi. Irpef e cuneo: i tagli restano"

Il sottosegretario Freni: "Confermeremo anche il bonus alle mamme e gli incentivi alla natalità". Esecutivo al lavoro su pensioni e benefit

"La manovra? Da 25 miliardi. Irpef e cuneo: i tagli restano"
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L'impatto della manovra sarà di 25 miliardi come quella di un anno fa. Lo ha ribadito ieri il sottosegretario all'Economia, Federico Freni (in foto), a Radio 24, ricordando che prima «sarà licenziato il piano strutturale di bilancio (che deve essere presentato alla Commissione Ue entro il 20 settembre; ndr) che deve passare dall'approvazione del Consiglio dei Ministri e soprattutto dall'approvazione del Parlamento con un procedimento simile a quello della Nadef e del Def». L'obiettivo, ha rimarcato Freni, è «confermare delle misure che riteniamo essenziali e che hanno un impatto sulla finanza pubblica; non credo avremo difficoltà nel reperimento delle risorse anche perché le entrate sono ottime, molto sopra le attese e abbiamo un Pil in crescita». In particolare, è atteso «un aumento delle entrate fiscali che ampiamente copriranno le spese fisse, come il taglio del cuneo, gli incentivi alle assunzioni», ha aggiunto il sottosegretario.

Una tendenza confermata ieri sera anche dal ministero dell'Economia: il mese di agosto 2024, si legge in una nota, si è concluso con un saldo del settore statale preliminarmente stimato in avanzo di 6,500 miliardi di euro. Si tratta di un dato più che triplo rispetto a quello dello stesso mese dell'anno scorso (2 miliardi).

Come affermato dalla premier Giorgia Meloni «La stagione dei soldi gettati dalla finestra e dei bonus è finita e non tornerà fin quando ci saremo noi al governo. Tutte le risorse disponibili devono continuare a essere concentrate nel sostegno alle imprese che assumono e che creano posti di lavoro e per rafforzare il potere di acquisto delle famiglie e dei lavoratori». Il messaggio, pubblicato in vista dell'apertura di una sessione di bilancio che non sarà delle più semplici, non poteva essere più esplicito.

Taglio del cuneo e Irpef a tre aliquote sono quindi in cassaforte. Sembra sicura l'estensione alle autonome dello sgravio previdenziale per le lavoratrici madri. Si punta poi a confermare i fringe benefit, che oggi hanno due diverse soglie di esenzione, (mille euro per tutti e 2mila per i lavoratori con figli): l'ipotesi, spiegano fonti parlamentari, è uniformarle. Molto probabile, infine, la proroga della maxi-deduzione al 120% (maggiorata al 130% per giovani, donne, e beneficiari dell'assegno di inclusione) per le aziende che assumono a tempo indeterminato. Più complessa l'estensione dei tagli Irpef ai redditi fino a 60mila euro. «Nei piani del governo c'è un incentivo alla natalità e un supporto delle lavoratrici madri quindi poter tagliare questo bonus mi sembra fuori dalla realtà», ha evidenziato Freni smentendo le ipotesi di una retromarcia sul bonus mamme per il quale sono stati stanziati 500 milioni nel 2024.

Del dossier previdenza, invece, si è incaricata direttamente la premier Meloni Le pensioni minime sono «una delle nostre priorità», ha assicurato ricordando la rivalutazione piena di tutti gli assegni fino a 2.270 euro, «garantendo che fossero adeguate pienamente al costo della vita» e ha anche garantito «una rivalutazione al 120% per le pensioni minime, che sono cresciute in modo significativo».

Dal successo del concordato preventivo biennale dipenderà il taglio delle aliquote anche al ceto medio. «Mi sembra presto dire che si potrà fare o che non si potrà fare, direi che ci stiamo lavorando, anche perché queste cose non è che si fanno solo con la volontà, ma si fanno con i soldi in cassa», ha proseguito Freni. La stabilizzazione definitiva della riforma Irpef resta un obiettivo di legislatura.

«Quando la riforma fiscale sarà a regime, entrò la metà del 2025, noi potremmo ragionare per la strutturalità dell'accorpamento delle aliquote, ma solo quando avremo un quadro complessivo della situazione» perché «non possiamo stare appesi ogni anno a rinnovi possibili». Per quanto riguarda il capitolo privatizzazioni, fermo restando il dpcm su Poste, le strategie - da Mps a Fs - sono ancora in fase di studio.

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