Lo avevano annunciato e l'hanno fatto: il centrodestra aveva fin da subito promesso battaglia alla manovra varata dal governo Conte bis. E dopo aver promesso di voler arrivare fino alla Consulta, a metà gennaio Forza Italia ha depositato il ricorso.
"Il professor Marini e il professor De Lungo hanno depositato per conto dei deputati del gruppo di Forza Italia il ricorso alla Corte Costituzionale in merito alle tempistiche e alle modalità di approvazione della legge di bilancio, che hanno umiliato il Parlamento e amputato la democrazia - si leggeva in una nota della capogruppo di FI alla Camera dei deputati - Abbiamo presentato un conflitto di attribuzione contro il governo e contro gli organi competenti di Senato e Camera che, durante la discussione e l'ok finale della scorsa manovra, non hanno permesso ai deputati di opposizione di esaminare, emendare e migliorare il testo del provvedimento. Ci auguriamo che la Corte Costituzionale riconosca le nostre ragioni e che censuri l'illegittima menomazione delle nostre prerogative costituzionali". E ora sembra essere arrivato un punto di svolta.
La Corte Costituzionale infatti deciderà mercoledì 26 febbraio, dopo una camera di consiglio, sull'ammissibilità dei tre conflitti di attribuzione tra poteri sollevati da Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia sull'iter della manovra finanziaria 2020. Nei ricorsi, come ricorda l'Agi, si lamenta che le modalità e le tempistiche d'approvazione della legge di bilancio sarebbero "manifestamente illegittime" e che tali illegittimità avrebbero conseguentemente "menomato e leso le prerogative costituzionali" dei ricorrenti e del gruppo parlamentare di cui fanno parte.
A dichiarare guerra alla manovra era stato Matteo Salvini. "Sui tempi, i contenuti e i modi di approvazione della legge di Bilancio faremo ricorso alla Corte costituzionale", aveva dichiarato il leader della Lega. E poco dopo erano arrivate le conferme del resto del centrodestra. "La legge più importante dello Stato non può arrivare alla Camera completamente blindata estromettendo, di fatto, questo ramo del Parlamento. Siamo di fronte al superamento del bicameralismo perfetto e all'impossibilità delle forze di opposizione di emendare il testo", aveva tuonato pochi giorni dopo Mariastella Gelmini.
Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri aveva subito risposto dichiarando di non vedere "alcuna violazione del bicameralismo nell'iter della manovra". Ma il centrodestra è andato avanti e ha depositato il ricorso. La prossima settimana, la decisione della Corte Costituzionale. E il governo adesso trema.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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