Manovra oggi alla Camera. È pressing per i ritocchi

Allo studio modifiche per la tassazione dei bitcoin e sul tetto agli stipendi negli enti pubblici non quotati

Manovra oggi alla Camera. È pressing per i ritocchi
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La manovra dovrebbe essere da oggi alla Camera. L'uso del condizionale è un surplus di prudenza, ma il sottosegretario all'Economia, Federico Freni, ha assicurato che «ci sarà: stanno mettendo a posto le tabelle». Ieri il Consiglio dei ministri ha sorvolato l'argomento. La conferenza stampa della premier Meloni con il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, e i vicepremier Tajani e Salvini è stata rinviata per «impegni improrogabili» del ministro degli Esteri, ma questo non inciderà sul normale iter.

Si comincia, tuttavia, a ragionare sulle modifiche. A partire dall'aumento della tassazione sulle plusvalenze da criptovalute (Bitcoin e altre). È la sola tassa che è «aumentata e spero non resterà così», ha detto Freni. Si discuterà anche del tetto agli stipendi delle società pubbliche e degli enti che ricevono contributi pubblici (da 240mila a 160mila euro lordi annui). La misura è confermata ma il perimetro dovrebbe essere modificato. Il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, ha smentito le polemiche dell'opposizione sui tagli alla sanità. «Sono mistificazioni», ha detto mentre il sottosegretario Freni ha ricordato che al Fondo sanitario nazionale arriveranno altri «2,3 miliardi, forse anche qualcosa in più». Le associazioni rappresentative dei produttori di dispositivi medici ieri hanno protestato con la Conferenza delle Regioni e con il ministero dell'Economia per la riproposizione del payback sanitario. Si tratta di una misura quasi decennale che stabilisce una compartecipazione dei fornitori nel momento in cui si superano i tetti di spesa previsti per gli enti locali. L'ipotesi di lavoro del governo è spalmare in cinque anni il debito relativo agli anni 2015-2018 (circa un miliardo di euro) dopo che lo scorso anno, con il «decreto bollette» era stato tagliato di circa un miliardo il debito complessivo residuo.

Preoccupata anche Confedilizia per gli «annunciati tagli che renderanno in molti casi inutilizzabile un sistema di incentivi fiscali che era in essere da più di un quarto di secolo». Un riferimento alla possibile introduzione di un tetto complessivo agli sgravi fruibili in base al reddito e al numero di figli. Gli ultimi dati dell'Enea sul Superbonus, tuttavia, confermano la necessità di porre un freno. Le detrazioni per lavori conclusi al 30 settembre hanno registrato una leggera crescita, superando i 123 miliardi di oneri a carico dello Stato.

Il tema chiave resta sempre il concordato preventivo biennale, visto l'avvicinarsi della scadenza del 31 ottobre. Ieri un sondaggio del Sole 24 Ore ha evidenziato che la maggior parte dei commercialisti chiede una proroga dei termini per la mole di lavoro che comporterà e anche perché molte partite Iva stanno ancora valutando se aderire alla proposta del governo che consente di pagare un ammontare fisso per due anni senza accertamenti sanando anche i mancati versamenti 2018-2022. «Prima vediamo quanto arriva, poi ci sediamo al tavolo tutti insieme, come fa una coalizione, e decidiamo cosa farci», ha spiegato Freni. Si spinge per l'attuazione del dl fiscale che prevede un'immediata destinazione al taglio dell'aliquota intermedia Irpef dal 35% al 33%, allargando lo scaglione fino a 60mila euro. La Lega spera di trovare spazi per estendere la flat tax degli autonomi da 85mila a 100mila euro.

Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma del Codice degli incentivi volta a rafforzare il coordinamento tra amministrazioni centrali ed enti locali e a risolvere la complessità e l'inadeguatezza delle attuali procedure e della relativa

strumentazione tecnica, ha spiegato il ministero delle Imprese. Approvato anche un correttivo al Codice dei contratti che fissa l'equo compenso, modifica le procedure di revisione dei prezzi e facilita la partecipazione delle pmi.

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