"Manuale rispettato al 100%". Cencelli commenta il governo Meloni

Secondo Massimiliano Cencelli, Giorgia Meloni avrebbe formato il suo governo secondo le linee guida del manuale degli anni Sessanta

"Manuale rispettato al 100%". Cencelli commenta il governo Meloni

A circa 24 ore dalla comunicazione agli italiani della nuova formazione di governo da parte di Giorgia Meloni, Massimiliano Cencelli ha commentato le scelte del premier sulla base dell'ormai noto manuale che per anni ha guidato le formazioni di governo. "Il manuale Cencelli è stato rispettato al 100%. Gli incarichi sono stati dati secondo le quote indicate. C'è qualche sbavatura, ma non eclatante", ha dichiarato Cencelli, che negli anni è stato funzionario della Democrazia Cristiana.

Sulla base delle sue conoscenze politiche e diplomatiche, Massimiliano Cencelli ha commentato anche l'esclusione di Maurizio Lupi e dei moderati dalla formazione di governo: "Mica è finita la storia. Adesso ci sono altre cariche. Potrebbe essere che i centristi per compensazione ottengano altri posti. La Meloni da quello che ho letto non è stupida, ha capito la logica della compensazione". Quindi, pur riconoscendo dei meriti a Giorgia Meloni, sottolineando che "sta portando avanti in modo intelligente la storia di Crosetto", Massimiliano Cencelli ha mosso la sua critica al premier per averlo posizionato al ministero della Difesa: "È un uomo industria. Sarebbe stato meglio posizionarlo altrove, ad esempio a Leonardo".

Il "manuale Cencelli" è una guida democristiana che nacque, come da lui stesso dichiarato in un'intervista del 2003, nel 1967, quando "Sarti, con Cossiga e Taviani, fondò al congresso di Milano la corrente dei 'pontieri', cosiddetta perché doveva fare da ponte fra maggioranza e sinistra. Ottenemmo il 12% e c'era da decidere gli incarichi in direzione". A quel punto, spiega Cencelli, si rese necessaria una quadra: "Se abbiamo il 12%, come nel consiglio di amministrazione di una società gli incarichi vengono divisi in base alle azioni possedute, lo stesso deve avvenire per gli incarichi di partito e di governo in base alle tessere".

Giorgia Meloni ha assegnato 5 ministeri alla Lega, 5 a Forza Italia, 5 ai tecnici e i restanti li ha tenuti per Fratelli d'Italia. Una suddivisione che a molti ha ricordato, appunto, la linea guida del "manuale Cencelli".

Tuttavia, nella formazione dell'esecutivo, Giorgia Meloni si è assunta una grande responsabilità, perché sebbene i numeri possano convergere su una ipotetica logica "Cencelli", in realtà il premier ha utilizzato un altro metro di giudizio per formare il suo governo, come dimostrano le cronache degli ultimi giorni.

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