Certo è che - chiunque sia stato a lasciare solo Franco Di Mare nella sua malattia - ora la Tv di Stato deve rimediare. In fretta. E così promettono gli attuali vertici, l'ad Roberto Sergio e il dg Giampaolo Rossi, che si sono messi a disposizione per ricostruire la vicenda e risolverla.
La denuncia del giornalista - rivolta ai dirigenti precedenti - è da brividi. «Quando ho detto di avere un tumore, mi hanno lasciato solo, non mi hanno più risposto al telefono. Davanti a un tale atteggiamento trovo un solo aggettivo: ripugnante» ha detto alla fine del suo intervento a «Che tempo che fa», domenica sera, in cui ha raccontato con grande lucidità, coraggio e forza la sua malattia: un mesotelioma, tumore incurabile, contratto durante le missioni di guerra da inviato della Rai, soprattutto in Bosnia, entrando in contatto con l'amianto sprigionato dai proiettili. «Ogni esplosione liberava nell'aria infinite particelle di amianto. Non potevo saperlo. Il periodo di incubazione può durare anche 30 anni». Un percorso di dolore ma anche di speranza, che ha raccolto nel libro «Le parole per dirlo. La guerra fuori e dentro di noi» uscito ieri in libreria (Sem, Feltrinelli).
Di Mare, ex direttore di Raitre, volto noto al pubblico soprattutto per «Unomattina», ha denunciato da Fazio: «Tutta la Rai, tutti i gruppi dirigenti sono spariti. Non parlo di quelli attuali, ma di quelli precedenti. Chiedevo alla Rai lo stato di servizio, che è un mio diritto, cioè l'elenco dei posti in cui sono stato (per certificare le missioni effettuate e chiedere i danni). Queste persone a cui parlavo dando del tu perché sono stato un dirigente, sono sparite, si sono negate alle mail e al telefono come se fossi un questuante».
Secondo le parole riportate dal giornalista - che ora vive attaccato a un respiratore - la scoperta della malattia risale a tre anni fa. Ha raccontato al Corriere della sera: «Una fitta terribile mi è esplosa tra le scapole, una coltellata. Credevo fosse un dolore intercostale. Invece era il collasso della pleura». Dunque, le sue denunce si riferiscono agli ultimi mesi della gestione di Fabrizio Salini (2018-2021, nominato dai 5 Stelle) e a quella di Carlo Fuortes (2021-2023, nominato da Draghi), i cui responsabili degli uffici personale e legale erano - e sono - rispettivamente Felice Ventura e Francesco Spadafora. Che ovviamente hanno il diritto e il dovere di dare spiegazioni. Dalle prime ricostruzioni, sembra che la richiesta di transazione (per risarcire i danni subiti) sia sospesa in attesa del responso della pratica ferma all'Inail, l'ente che deve certificare il nesso tra le trasferte e la malattia. Ma al di là delle pratiche burocratiche (perché poi negargli l'elenco dei posti in cui è stato inviato?), che possono essere state portate avanti con correttezza, colpisce la freddezza e la mancanza di empatia.
Sergio e Rossi sostengono di essere «venuti a conoscenza solo domenica sera della drammatica vicenda di Di Mare, al
quale esprimono tutta la propria vicinanza umana e assicurano la loro disponibilità a fare tutto il possibile». Intanto il giornalista ha raccolto grande solidarietà e affetto da tutti gli ambienti e da tante persone comuni.
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