
La domanda cui cercare una risposta è: ma che ci fa Ignazio Marino ad "accogliere" il papa a Filadelfia, negli Usa? È forse diventato sindaco anche della città americana? Nessuno, soprattutto i romani, lo augurano ai cittadini statunitensi. Che però si troveranno Marino a stringere la mano a Bergoglio. Quando avrebbero potuto farlo al Campidoglio o anche solo sul lungotevere.
A Marino l'America piace eccome. Ci è andato in vacanza e non si è nemmeno degnato di ridurre la permanenza e le immersioni per sedare le polemiche sul funerale ormai famoso dei Casamonica. Ora, dopo meno di un mese dalle vacanze americane, il sindaco di Roma riprende l'aereo e torna negli Usa. Tempo fa era stato invitato dal suo collega Michael Nutter e lui non ha perso l'occasione di abbandonare la capitale.
Mentre Marino scattava foto ai fondali statunitensi, il governo stava decidendo sullo scioglimento per mafia del Comune di Roma. Quando nella capitale succede qualcosa, infatti, Marino non c'è mai. Alluvioni, black bloc, Casaminica: Ignazio è sempre stato assente. A volte giustificato, a volte no. Ma rimane il fatto che Marino abbia viaggiato in lungo e in largo, mentre a Tor Vergata la criminalità dilaga e i campi profughi sono diventati un problema ingestibile.
Anche questa volta se la svigna mentre l'aria si fa pesante.
Come scrive ilCorriere.it, oltre allo sciopero dell'Atac già annunciato, all'orizzonte si intravedono le trattative per la privatizzazione di Ama. Senza parlare dei maldipancia interni alla coalizione di governo, con Sel sul piede di guerra.Ma lui, tranquillo, se ne torna negli Usa.
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