Marino si giustifica: "Vacanze in Usa? Mi avevano minacciato"

Il sindaco di Roma dopo le polemiche: "Solo lì potevo stare senza scorta". E se la prende con Vespa

Marino si giustifica: "Vacanze in Usa? Mi avevano minacciato"

Dopo le polemiche per le sue (lunghe) vacanze negli Stati Uniti mentre Roma si preparava al Giubileo e affrontava il polverone sollevato dal funerale di Vittorio Casamonica, Ignazio Marino torna in tv. E dal salotto di Otto e Mezzo si difende dalle accuse. Con una giustificazione che rischia di gettare benzina sul fuoco

"Mi trovavo negli Usa per motivi al di fuori della mia volontà, perché negli ultimi mesi ho ricevuto diverse minacce di morte con lettere scritte a me, a mia moglie e a mia figlia e diverse volte buste con pallottole", dice il sindaco di Roma alla Gruber, "Io che ho iniziato il mio mandato andando in bicicletta adesso devo muovermi con tre macchine e 6 uomini di scorta. Io davvero volevo 14 giorni con mia moglie e mia figlia senza girare con le persone armate". Nessun pentimento, quindi, nemmeno quando gli hanno fatto notare l'opportunità di tornare prima: "Assolutamente non sono pentito, perché io sono stato in contatto con il mio staff", ha ribadito, "Credo di avere uno straordinario vicesindaco, sette assessori sono rimasti in quelle settimane, la città è stata assolutamente sotto controllo".

Del resto, assicura, "Non c’era davvero nessuna emergenza: quello che è accaduto è un funerale in cui una famiglia ha voluto manifestare e spettacolarizzare la morte di un essere vivente per mandare dei messaggi ai vivi e quel giorno, pochi minuti dopo aver appreso la notizia, sono stato informato e siamo intervenuti subito con delle dichiarazioni di condanna. E come ha detto il prefetto, che è una persona perbene, c’è stata una disfunzione nella comunicazione con le forze di sicurezza e ci sono stati fatti gravi con l’elicottero che ha sorvolato Roma gettando petali di rosa che potevano essere però una sostanza tossica e non è compito del comune nè sorvegliare i cieli di Roma o controllare le organizzazioni criminali". Poi se la prende con Bruno Vespa: "Sono indignato perché i Casamonica volevano un palcoscenico per usare un morto per mandare messaggi ai vivi. Pensate a chi da loro ha subìto violenze o estorsioni, che ha visto la tv di Stato dare importanza a una famiglia che infligge violenza, dolore e in alcuni casi morte. Se questo è servizio pubblico, perchè devo pagare il canone se poi si porta nel salotto di casa quella famiglia che abbiamo criticato per quella sbagliata manifestazione di potere del funerale".

Per questo non ha nessuna intenzione di presentare le dimissioni: "Voglio cambiare Roma e sono sicuro che lo stiamo facendo. Abbiamo fatto cambiamenti che rimarranno nella storia di questa città", dice, "Pensare a dimettermi significherebbe tradire il voto del 64% dei romani che mi hanno chiesto di fare il lavoro più impegnativo della mia vita che è anche la sfida della mia vita. Con il presidente del Consiglio non ho avuto nessun problema, con il partito romano tantissimi. Se avessi seguito i consigli del mio partito romano io non sarei qui a parlare da sindaco, perché avrei nominato come vicesindaco una persona che è agli arresti e come capo della polizia locale una persona agli arresti".

Infine Marino parla del rapporto con Franco Gabrielli, definito da molti "commissario di fatto" di Roma: "Non mi sento assolutamente commissariato. Sono straordinariamente positivo rispetto alla figura del prefetto Gabrielli.

È un grande professionista, secondo me è la persona ideale nel momento in cui affrontiamo il Giubileo straordinario. È una persona che ha esperienza di servizi segreti, di polizia, di grandi eventi. Quindi sono felice della presenza del prefetto che rappresenta lo Stato".

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