Un grande cimitero. Questo è Mariupol, la città martire dell'oblast di Donetsk sotto il tallone dei russi. Una città con più morti che vivi, dopo che a decine di migliaia sono stati uccisi e gli altri se ne sono andati. Le immagini satellitari realizzata dall'Associated Press mostrano un area complessiva di 51.500 metri quadrati destinata a ospitare nuove tombe nei cimiteri di Staryi Krym, Manhush e Vynohradne. Calcolando cinque metri quadri per ogni tomba, si calcola che ce ne siano state create almeno 10.300 dall'inizio di marzo a oggi. Inoltre, filmati di droni e video hanno mostrato l'uso da parte dei russi di macchinari pesanti per scavare le fosse: le tombe erano visibili come cumuli di terra, a volte con croci di legno contrassegnate da nomi e date, ma per lo più con numeri scarabocchiati a mano su piccoli cartelli, a volte più d'uno a indicare che dentro si sono più corpi. E a Kherson, nell'Ucraina meridionale, 36 tombe di persone uccise durante l'occupazione russa sono state scoperte in un cimitero a Kherson. L'esame del dna darà loro un nome ma si può già dire che ci sono militari ucraini.
Morti ucraini ma anche morti russi. Tanti. Sarebbero almeno 100mila i soldati dell'armata putiniana uccisi dall'inizio della campagna ucraina il 24 febbraio scorso. I conti sono fatti dallo Stato Maggiore delle Forze Armate di Kiev e quindi vanno presi con le molle. Nella contabilità dei caduti ha rischiato di finire anche l'ex direttore generale dell'agenzia spaziale russa Roskosmos, Dmitry Rogozin e il il governatore dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (Dpr), Vitaly Khotsenko, rimasti entrambi feriti durante i bombardamenti delle forze ucraine a Donetsk che hanno colpito un albergo alla periferia della città che ospitava un gruppo di consiglieri militari. Secondo l'assistente di Rogozin questi non sarebbe in pericolo di vita ma l'attacco è stato «chiaramente intenzionale». Successivamente, lo stesso Rogozin ha confermato in un commento a RT di essere stato ferito alla schiena: «Vivrò. Le schegge (sono passate) a un centimetro dalla spina dorsale». Non è stato così fortunato un dirigente dell'amministrazione della regione ucraina di Kherson, Andrey Shtepa, rimasto ucciso in un attentato con un'autobomba di «terroristi ucraini», come comunica l'amministrazione russa su Telegram.
E mentre lo sforzo bellico dell'Arrmata russa in Ucraina è al momento concentrato sulla regione di Donetsk, con l'intenzione di «liberarla completamente» secondo quanto dichiarato dal capo di stato maggiore militare russo, generale Valery Gerasimov, l'Ucraina continua a vedersela con le difficoltà nelle forniture di energia elettrica. Nella capitale Kiev ieri il 60 per cento dei trasformatori risultava inutilizzabile perché danneggiato o distrutto dalle bombe russe.
«Ci sono aree che ricevono luce per circa cinque ore al giorno, quelle che hanno luce per 2- 3 ore al giorno E c'è chi è senza luce dall'ultimo bombardamento», ha scritto Serhii Kovalenko, amministratore delegato della società elettrica YASNO, citato da Ukrainska Pravda.
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