"In M5S razzisti, omofobi e massoni non sono ammessi". Era stato perentorio Luigi Di Maio, scandendo le regole per chi voleva candidarsi con i grillini, già sotto accusa per questioni non proprio limpide come quella di Frascati, con il candidato Dessì prima accusato di essere vicino al clan Spada e poi di esservi vantato di avere pestato un ragazzino romeno.
Peccato che le linee guida scandidate dal candidato premier del Movimento vadano a impattare duramente con la realtà dei fatti. Quella stessa realtà che dice che Catello "Lello" Vitiello, avvocato candidato all’uninominale in Campania, è esponente della loggia napoletana La Sfinge, aderente al Grande Oriente d'Italia.
È il quotidiano Il Mattino a portare la questione sui giornali, ponendo i grillini di fronte a un dilemma: far finta di nulla o perdere un altro candidato? Se prima era infatti stato Dessì, a cui il Movimento aveva chiesto un passo indietro dopo le polemiche, a seguirlo a breve distanza sono arrivate due ex deputati, Andrea Cecconi e Carlo Martelli, che hanno fatto la stessa
fine. Ora Vitiello?Il candidato, a quanto emerso, sarebbe stato scelto proprio dal candidato premier. Che poteva certo non sapere di questa "piega" della sua vita, ma che ora a maggior ragione dovrà prendere una decisione.
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