L'incontro in sinagoga con gli ebrei romani, poi il volo ad Auschwitz per gli ottant'anni della liberazione del campo di sterminio, insieme a re, capi di Stato e premier di mezzo mondo. E oggi la cerimonia solenne al Quirinale per il Giorno della Memoria. «Il pianeta non vuole dimenticare», spiega infatti Sergio Mattarella (nella foto con Macron) mentre stringe mani nel cuore del vecchio ghetto della capitale, prima di imbarcarsi per la Polonia. Il presidente apprezza le parole di Giorgia Meloni, che ha parlato degli orrori del nazismo e delle «complicità dei fascisti attraverso l'infamia delle leggi razziali», e intanto invita a guardare anche avanti perché certe tragedie non si ripetano mai più.
Insomma, non bastano le rievocazioni, per Mattarella il ricordo della Shoah non può semplicemente restare relegato al passato ma anzi deve diventare «una bussola per orientare il presente e il futuro». E richiama l'attenzione sul ritorno di rigurgiti antisemiti in Europa, Italia compresa, e sulla pericolosa diffusione di ideologie negazioniste e complottiste, spesso rilanciare sui social network. Ad Auschwitz la tribuna autorità è molto affollata. I sovrani di Spagna e Gran Bretagna Felipe e Carlo, il presidente francese Emmanuel Macron, quello tedesco Franz-Walter Steunmeier con il cancelliere Olaf Scholz, quello ucraino Volodymyr Zelensky, quello polacco Andrzej Duda, il primo ministro canadese Justin Trudeau, ascoltano tutti il racconto commovente di Marian Turski, 99 anni, reduce del campo di morte, che chiede ai potenti di sorvegliare attentamente quanto sta accadendo, non soltanto in Europa: «Non dobbiamo aver paura di smascherare l'antisemitismo, non dobbiamo temere di opporci ad esempio ad Hamas che vuole convincerci che non c'è stato un 7 ottobre 2023». E questo è proprio il senso profondo della manifestazione, la spinta a rammentare i fatti di ottant'anni fa alla luce del proliferare di movimenti e di partiti che si ispirano più o meno apertamente «alle idee politiche che si speravano seppellite dalla vergogna della Shoah».
Un impegno confermato fisicamente dalla presenza in Polonia di Mattarella, che ha deciso così di rimandare la tradizionale commemorazione al Quirinale del Giorno della Memoria per non mancare a questo importante evento, gomito a gomito con i leader mondiali. Il discorso del presidente polacco, le testimonianze degli scampati ai massacri, il clima di timore misto a speranza. E durante la cerimonia, il capo dello Stato accende una candela assieme a Zelensky, Steinmeier e il bulgaro Radev.
Oggi nei saloni del Colle Mattarella pronuncerà un discorso che si prevede di forte valore simbolico e politico. Durante una precedente visita ai forni crematori di Auschwitz, il presidente della Repubblica sottolineò l'importanza della testimonianza diretta dei sopravvissuti all'olocausto, considerati «i custodi del ricordo». Affrontò pure la questione delle responsabilità storiche, evidenziando la complicità dei regimi fascisti europei «nell'attuare crimini indicibili».
Lanciò anche un netto allarme contro i nuovi pericoli, quelli di oggi del razzismo strisciante quotidiani, rischi legati sempre all'odio, all'antisemitismo e all'indifferenza. Comportamenti da non sottovalutare, ma da contrastare e che richiedono l'impegno di tutta la società perché l'antisemitismo si combatte tutti i giorni.
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