Mattarella "vota" la fiducia: "Ottimismo sull'economia"

Il discorso di fine anno del presidente della Repubblica sarà centrato sui segnali positivi per il Paese. Il "rimprovero" ai partiti sul non voto

Mattarella "vota" la fiducia: "Ottimismo sull'economia"
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Dunque, «ottimismo». Discreto, per carità, e anche foderato di doverosa cautela, visti i problemi generali e il «periodo non facile che stiamo vivendo». Ma è pur sempre ottimismo quello che domani sera, assieme alla «fiducia», Sergio Mattarella diffonderà in tv a reti unificate. Il Paese tiene, la struttura sociale nonostante tutto è solida e l'economia offre buoni segnali. La Finanziaria appena approvata, lo spread imbrigliato, gli indizi di ripresa che nelle scorse settimane lo stesso capo dello Stato ha voluto evidenziare. L'Italia ce la può fare, sembra sulla buona strada. Merito del governo? No, nessuna pagella, non è il compito del presidente che però, solo dieci giorni fa, ha sottolineato il valore della stabilità, «patrimonio di credibilità e buona reputazione».

Location asciutta, senza troppi fronzoli, quasi minimalista: Mattarella parlerà in piedi per un quarto d'ora in uno dei tanti saloni del Colle. L'albero di Natale, le bandiere, il vestito grigio. Un discorso sobrio, dicono, ma sentito, dai toni umani, diretto infatti ai cittadini nelle case dei quali entrerà sommessamente per intercettare in modo simbolico «paure e attese». Paure e attese che purtroppo la politica da un po' di tempo non riesce più a capire, come dimostrano l'astensionismo crescente e la disaffezione generale. Da qui partirà un rimprovero ai partiti, che sono diventati corpi estranei, litigiosi, autoreferenziali, non in grado di sintonizzarsi con la società, assieme a un invito alla gente a cercare comunque di partecipare.

Poi basta politica, quello che pensa sulla coesione, sugli interessi nazionali che superano quelli delle fazioni, sulla necessità di abbassare i toni se vogliamo raggiungere degli obbiettivi che servono al Paese, ebbene questo lo ha detto durante lo scambio di saluti con le alte cariche prima di Natale. Inutile ripetere. Anche i pericoli che arrivano dai poteri non eletti, i giganti del web, i riferimenti a Musk, tutto ciò non è previsto nel discorso di Capodanno.

Ora niente Palazzo, il presidente si rivolge agli italiani a tavola con lenticchie, capitone e guai di contorno. In primo piano infatti i problemi della quotidianità, che risulta tuttora condizionata dalle due sanguinose guerre alle porte dell'Europa, in Ucraina e in Medioriente. Come già sottolineato alla conferenza degli ambasciatori, il Quirinale non vede alternative al cessate il fuoco che però, attenzione, non sia «solamente la sterilizzazione del conflitto», bensì «indichi la via per una pace capace di difendere i diritti e restituire giustizia». Insomma, come ha spiegato al corpo diplomatico, «occorre reagire e riaffermare con forza le ragioni della civiltà e della convivenza civile in un mondo libero», obbiettivi per i quali «il governo e impegnato, come è avvenuto con l'efficace presidenza del G7».

E visto che entriamo nel 2025, non mancherà un riferimento al Giubileo, nella sua dimensione religiosa e culturale, nel suo significato di abbraccio e condivisione, di integrazione tra i popoli, di dialogo come strumento per risolvere le controversie internazionali. Altri temi previsti, la sicurezza, le migrazioni, i valori europei.

L'economia: i progressi e gli indicatori positivi non possono far dimenticare le varie situazioni di sofferenza, dal precariato alla difficoltà di trovare impiego, dai giovani disoccupati alle troppe morti degli operai nei cantieri. Poi la sanità, la scuola, le donne, i femminicidi. Le forze dell'ordine, giorno e notte sulle strade. E le forze armate, impegnate all'estero in teatri pericolosi per difendere la democrazia e il diritto.

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