La delegazione della Lega ha aperto il terzo e ultimo giorno di consultazioni con Mario Draghi. Ieri è stato il turno degli altri due grandi partiti della coalizione di centrodestra. Giorgia Meloni nel primo pomeriggio ha espresso la sua contrarietà alla formazione di un governo Draghi, pertanto ha annunciato al presidente del Consiglio incaricato che Fratelli d'Italia non darà la fiducia. Diametralmente opposta la decisione di Forza Italia che, invece, ha espresso soddisfazione per la scelta fatta da Sergio Mattarella e ha dato il suo appoggio a Mario Draghi. Prima di iniziare le consultazioni, la posizione di Matteo Salvini era incerta, perché dopo aver condiviso le posizioni di Giorgia Meloni è sembrato possibilista a un'apertura. "Abbiamo sentito l'inizio di un percorso interessante del Paese. La settimane prossima ci siamo impegnati a entrare nel merito non diciamo un sì e o un no", ha commentato Salvini al termine del confronto.
"Noi non poniamo condizioni nè su persone nè su idee nè su Movimenti. È un momento in cui il bene del Paese deve superare l'interesse personale e partitico", ha detto Matteo Salvini al termine delle consultazioni all'uscita da Montecitorio. Matteo Salvini ha affrontato i temi a 360 gradi con Mario Draghi, che il leader della Lega ha definito "in forma, attento, propositivo", sottoponendo alla sua attenzione alcune delle principali argomentazioni della Lega: "La ripartenza dell'edilizia e delle opere pubbliche sia fondamentali, quindi dalla Tav al Ponte sullo Stretto penso ci sia una sensibilità comune". È soddisfatto Matteo Salvini al termine dell'incontro con Mario Draghi: "È stata una mezz'ora di confronto interessante e stimolante sui temi e sull'idea di Italia che per diversi aspetti coincide".
Sui temi economici, fondamentali per la ripartenza, Matteo Salvini ha detto che "stiamo vivendo una crisi figlia del caos interna alla maggioranza uscente e cerchiamo di proporre soluzioni, mettendo al centro lo sviluppo". Dalle parole di Salvini è emersa una certa sintonia con Mario Draghi: "Sentir parlare di lavoro di fondi europei e non di mance ci ha assolutamente confrontati". Il leader della Lega e il presidente incaricato hanno anche affrontato temi di politica estera, in particolare della "collocazione atlantica del nostro Paese dopo lo scivolone di qualche partito". Anche sul tema europeo, Salvini sembra in linea con Draghi: "Abbiamo parlato di Europa, qualcuno dice no alla Lega sventolando la bandiera europea priva di contenuti. Noi siamo in Europa e non penso che ne de Gasperi ne De Gaulle quando avviarono questo percorso pensarono alla direttiva Bolkestein. Vogliamo far parte di una governo che vada a Bruxelles a tratta a testa alta".
L'ipotesi di governare insieme a Pd e M5S è ora concreta: "Il tema immigrazione non è un tema di destra o sinistra, per me sarebbe impegnativo essere in maggioranza con qualcuno che andava in procura a denunciarmi. Ma questo sarebbe sufficiente per dire no? Io dico no". E sul tema della salute non risparmia qualche stoccata: "La salute è una priorità, non partitica ma di tutti, senza i ritardi, gli scivoloni, le manchevolezze che abbiamo visto e vissuto nel sistema sanitario italiano, con vaccini e medici che non arrivano. Più che spendere milioni per primule e padiglioni nel deserto sarebbe interesse di tutti spenderli per i medici". A tal proposito, ha ribadito la necessità di un ritorno alla normalità: "Abbiamo detto che c'è la necessità di tornare a vivere, questi mesi di chiusure, di paure, di distanze portano a una alienazione, depressione, utilizzo di droghe, vorremmo che il governo che nascerà, se nascerà, sia il governo della ripartenza, rinascita, riapertura".
Tutto, quindi, è rimandato alla prossima settimana e al prossimo giro di consultazioni: "Ovviamente non abbiamo parlato di ministri o sottosegretari, abbiamo solo detto che la Lega non sarà per il 'forse'. Se saremo convinti sarà un 'sì' convinto che ci vedrà partecipi. Se non saremo convinti sarà un giudizio. Penso che stiamo dimostrando lealtà e serietà il bene del Paese viene prima di interessi di partito e di coalizione". Quella di Matteo Salvini è una posizione di estrema apertura verso Mario Draghi: "Per rispetto del professor Draghi non poniamo veti su persone o condizioni". Il leader della Lega non ha dimenticato le elezioni: "Alcuni hanno il terrore di andare a votare, io invece resto qui e controllo. Ci sono i 209 miliardi che sono importanti per il futuro dei nostri figli".
Sulle posizioni degli altri partiti della coalizione, Matteo Salvini non esprime alcun giudizio: "In queste ore non faccio ragionamenti di convenienza partitica. Noi non siamo costretti a dire sì a tutti i costi o no a tutti i costi come fanno altri. Non commento i sì e i no, lì rispetto".
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