Il mattone europeo si risveglia ma l'Italia resta paralizzata. Colpa dell'incubo Case Green

S&P vede prezzi in ribasso del 3,7% nella Penisola. Fanno eccezione le grandi città

Il mattone europeo si risveglia ma l'Italia resta paralizzata. Colpa dell'incubo Case Green
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Il mattone mostra segnali di forza insperati in giro per l'Europa. L'evoluzione positiva del mercato del lavoro sta contribuendo alla ripresa dei mutui e Standard & Poor's ha deciso di ritoccare al rialzo le proprie previsioni sulle quotazioni da qui a fine anno delle case, specialmente per Belgio, Portogallo e Spagna. «I prezzi sono stati più resilienti del previsto a fine 2023 e i mutui si sono ripresi più rapidamente rispetto ai cicli precedenti», argomentano gli esperti dell'agenzia di rating. Dopo il primo taglio dei tassi, attuato lo scorso mese dalla Bce di Christine Lagarde, «i fattori strutturali dovrebbero continuare a guidare la domanda di abitazioni, mentre l'allentamento dei vincoli sull'offerta impedirà bruschi aumenti dei prezzi», aggiunge S&P.

S&P non mostra analogo ottimismo sull'Italia, che risulta il paese con previsioni peggiori: -3,7% i prezzi delle case quest'anno e -1,5% nel 2025 (il segno più tornerà solo nel 2026 con +1%). Mentre la tendenza generale è di prezzi più alti per le nuove costruzioni e cali per le case esistenti con le normative sempre più severe in materia di edilizia termica che spostano la domanda verso le nuove soluzioni immobiliari. Così non è per l'Italia e la Germania. Alla fine dello scorso anno i due paesi hanno segnato flessioni sia per le nuove case sia per quelle esistenti.

L'Italia è un caso emblematico dei venti contrari creati dalla direttiva Case Green, un vero e proprio spauracchio per un paese dove il 63% del patrimonio immobiliare è composto da classi energetiche F e G, le meno efficienti. Di contro, solo il 4% degli immobili residenziali italiani è in classe energetica A. Gli obiettivi imposti dalla direttiva Case Green costeranno all'Italia 180 miliardi di euro (stima dell'Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano), di cui fino a 103 miliardi solo per l'efficientamento degli edifici di classe G.

Nonostante questi timori molto concreti, il mattone delle grandi città italiane mantiene un buon appeal in ottica d'investimento di lungo periodo. L'ufficio studi di Tecnocasa prevede che i valori immobiliari saliranno del 5% nei prossimi tre anni a Milano e Napoli, del 3% a Bologna, Torino e Roma.

In particolare, Milano è la città che da sempre attira investitori e gli importanti interventi di riqualificazione che hanno interessato la città negli ultimi anni hanno determinato la crescita dei valori più significativa del nostro Paese. Napoli, invece, sta beneficiando di una corsa all'investimento con finalità turistico- ricettiva, in seguito all'incredibile aumento dei flussi turistici.

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