Operazione "mattone di Stato": in vendita 60 miliardi di asset immobiliari

A novembre parte la cabina di regia. Tra gli obiettivi il taglio netto del debito

Operazione "mattone di Stato": in vendita 60 miliardi di asset immobiliari
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Un maxi piano per valorizzare 60 miliardi di patrimonio immobiliare pubblico inutilizzato. Questa è la finalità della cabina di regia, guidata dalla sottosegretaria all'Economia Lucia Albano, che i primi di novembre comincerà a lavorare in un progetto che coinvolgerà vari soggetti, dalla Cassa depositi e prestiti - che avrà un ruolo centrale - fino a Invimit, Demanio, Agenzia dei beni confiscati, ministeri, Inps e Inail, Anci, province e regioni. Il tema è stato toccato nel corso dell'evento di Fratelli d'Italia «Far Crescere Insieme l'Italia» di ieri a Milano. Il primo a parlarne è stato il deputato Francesco Filini, responsabile del Dipartimento Programma di Fdi: «Noi abbiamo circa 300 miliardi di patrimonio immobiliare pubblico, di questi 60 miliardi non vengono utilizzati. Giusto domandarsi perché la politica in tutti questi anni non ha mai fatto nulla», ha detto il parlamentare. E ancora: «Ci voleva il governo Meloni per mettere mano alla gestione dell'immenso patrimonio pubblico. Ebbene, lo stiamo facendo con il ministro Giorgetti, che ha delegato presidenza e coordinamento della cabina di regia alla sottosegretaria Albano».

A cosa servirà questa operazione? «Costituirà dismissioni che aiuteranno ad abbattere il debito pubblico». Ma non si tratterà solo di questo: molti immobili sono infatti ammalorati, perciò verranno valorizzati e portati a nuova vita. Come fare? «Le modalità sono diverse per trovare forme di investimento per dare nuovo valore agli immobili e, soprattutto, approfittare per indirizzare le politiche abitative», ha aggiunto Filini. Su questo punto è tornata poi la stessa Albano, presente in platea e anche lei intervenuta al convegno, entrando più nel dettaglio: l'obiettivo è «creare una base comune su cui poter lavorare per declinarla all'abitare perché l'abitare ha bisogno non solo di casa ma anche di servizi, di sociale, di lavoro. Tutto questo attraverso un partenariato pubblico-privato; può essere molto interessante per i soggetti investitori, che verranno attratti anche da una semplificazione e velocizzazione del percorso».

Il progetto ha vissuto un lavoro preparatorio, iniziato con l'articolo 28-quinquies del Dl 75/2023 in materia di «dismissione e valorizzazione del patrimonio immobiliare sindaco». Ora, però, si appresta a entrare nel vivo. Nelle more del progetto si vorrebbe arrivare a recuperare una parte del patrimonio immobiliare anche per aiutare giovani coppie, studenti e anziani che in tempi recenti vedono un ostacolo nel caro affitti in atto nelle grandi città italiane. «Il governo sta lavorando molto all'inversione della curva demografica con gli aiuti alle famiglie e anche agli studenti in un'ottica di medio lungo periodo sfruttando questo immenso patrimonio immobiliare», ha affermato Filini.

«Finalmente si ridà centralità a questo tema», ha aggiunto Albano, «e si crea un approccio sistemico. A differenza di altri che ci hanno preceduto, noi lo possiamo fare perché abbiamo stabilità di governo». Questo processo richiederà un lavoro di pianificazione e avrà dei profili di complessità. Lo ha spiegato Andrea Montanino, capo economista e responsabile della direzione strategie settoriali e impatto di Cassa depositi e prestiti, che sarà uno dei perni finanziari del progetto: «Qualunque operazione sul patrimonio pubblico può aiutare a far scendere il debito pubblico. Il patrimonio immobiliare, tuttavia, non è omogeneo: è patrimonio pubblico tanto Palazzo Marino, la sede del Comune di Milano, quanto il capannone abbandonato nelle campagne. Il problema è che ognuno ha una valorizzazione diversa. C'è quindi la necessità di condurre un'operazione di analisi di ogni singolo immobile». La proprietà, peraltro, è frastagliata tra molti enti diversi e questo è un altro elemento di complicazione. Per questo nell'ambito della cabina di regia sarà importante mettere a fattor comune i database di tutti gli enti in causa. Non sarà facile, quindi, ma già che ci sia qualcuno veramente disposto a metterci mano dopo decenni di sole parole è già di per sé una notizia.

L'idea di attingere alle ricchezze inutilizzate del patrimonio italiano non è nuova ed è stata ipotizzata da un esponente di rilievo del mondo finanziario italiano come il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che due anni fa proponeva di creare un fondo immobiliare ad hoc in cui far confluire cespiti in grado di garantire rendimenti stabili.

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