Maturi, ma non ancora abbastanza

Gli strafalcioni all'esame

Maturi, ma non ancora abbastanza
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Gli strafalcioni degli esami di maturità sono sempre uno spasso per chi lo commenta ma al ma ci arrivo dopo. Intanto tra storia e letteratura, ce ne sono di bellissime. C'è quello per cui la siepe de L'infinito di Leopardi diventa un cespuglio (immaginate: «E questo cespuglio, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude»), i campi di concentramento che diventano campi di «concentrazione», o l'Italia che dal 1939 al 1945 era sotto il comunismo (mentre il muro di Berlino è caduto nel 1948).

C'è una ragazza invece che ha capito benissimo che in quel periodo c'era il fascismo, riflettendo al contempo sul fatto che le giovani leve fossero i «barilla», il regime usava la pasta Barilla per farsi pubblicità. Luigi Pirandello poi non ha mica preso il Nobel, ha vinto l'Oscar, la Divina Commedia l'ha scritta Garibaldi, D'annunzio era un «estetista» (annamo a facce 'na bella manicure da D'Annunzio, raga), e la teoria del Superuomo di Nietzsche in realtà appartiene a Freud (almeno poteva buttarla lì che il Superuomo è Superman e Superman è della DC Comics, magari però credendo fossero i fumetti della Democrazia Cristiana).

Avevo premesso che, in ogni caso, per me c'è un ma, a pensarci bene. L'ho detto proprio ieri a Giuseppe Cruciani: «Io metterei una patente per votare e una per essere eletti».

Perché vi ricordate quando Le iene andavano a fare domande di storia e cultura generale fuori da Montecitorio? Non se ne salvava uno, altro che maturità. Per cui delle due l'una: o questi ragazzi sono stati bocciati, oppure vanno premiati in quanto pronti a essere la classe dirigente del futuro.

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