È stata la Russia, e partono le sanzioni. L'annuncio della premier britannica era ormai annunciato, ma fa comunque sensazione. Londra risponde al tentato assassinio con il gas nervino della ex spia russa Sergei Skripal e della figlia Yulia nella città inglese di Salisbury con una raffica di dichiarazioni ufficiali taglienti e con una serie di sanzioni non solo contro lo Stato russo considerato responsabile, ma anche contro «le élite corrotte russe nel Regno Unito».
Scaduto invano l'ultimatum che aveva posto al Cremlino perché giustificasse l'uso su suolo britannico di un potentissimo veleno sicuramente prodotto in un laboratorio russo, Theresa May si è presentata ieri alla Camera dei Comuni per mantenere la promessa che aveva fatto: rendere note le misure di rappresaglia decise dal suo governo. Misure che richiamano i tempi della guerra fredda e che hanno provocato l'immediata e dura reazione di Mosca.
«Era giusto offrire alla Russia la possibilità di fornire una spiegazione - ha detto la May ai deputati - ma non ne è arrivata nessuna che suggerisse che avessero perso il controllo dell'agente nervino» usato a Salisbury. «Nessuna spiegazione - ha proseguito la premier - su come questo agente possa essere usato nel Regno Unito, nessuna spiegazione sul perché la Russia abbia un programma non dichiarato di armi chimiche in violazione delle leggi internazionali». Non solo. Invece di fornire risposte i russi «hanno trattato l'uso di un agente nervino di tipo militare in Europa con sarcasmo, disprezzo e sfida. Non c'è altra conclusione - ha quindi aggiunto la May - se non che lo Stato russo è colpevole del tentato omicidio di mister Skripal e della figlia e di aver minacciato la vita di cittadini britannici».
Insomma, secondo la premier britannica a Salisbury c'è stato «un uso illegale della forza da parte dello Stato russo contro il Regno Unito», parte di «un ben noto atteggiamento di aggressione da parte dello Stato russo in Europa e oltre». Ne consegue «la piena e robusta» risposta di Londra in termini di sanzioni. Sul piano diplomatico, sospensione di tutti i contatti ad alto livello con Mosca (il che implica che ministri e reali non si recheranno ai mondiali di calcio in Russia) ed espulsione di 23 diplomatici russi dal Regno Unito: si tratta di personaggi identificati come agenti sotto copertura, in sostanza spie che dovranno andarsene entro una settimana. È il numero più alto da quando nel 1971 ne furono banditi dal Paese oltre cento dopo una «soffiata» di un disertore del Kgb. Inoltre, beni di proprietà russa potranno essere congelati e controlli su tutti i voli provenienti dalla Russia saranno intensificati. Altre misure, ha spiegato la May, rimarranno segrete «per tutelare la sicurezza nazionale»: probabile riferimento alle iniziative di cyberguerra contro Mosca di cui si è parlato nei giorni scorsi.
La reazione del Cremlino non si è fatta attendere ed è stata, com'era prevedibile, dura. Secondo il ministero degli Esteri russo, è stata Londra a «scegliere lo scontro» e una «grave provocazione senza precedenti». Il comunicato parla dell'uso «del falso pretesto del presunto coinvolgimento nell'avvelenamento di Skripal e di sua figlia» per «minare le normali relazioni tra i nostri Paesi» e lamenta che non sia stata accolta l'offerta russa di collaborare nelle indagini.
«Adeguate misure di ritorsione» seguiranno in tempi rapidi: sono prevedibili sanzioni diplomatiche ed economiche di uguale o maggiore tenore, ma non si esclude che Mosca alzi la voce anche dal punto di vista militare per cercare di dividere il fronte occidentale secondo la collaudata politica di Putin.
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