L'ultima perquisizione di polizia condotta su gran parte del territorio tedesco a fare notizia era stata quello contro il movimento eversivo dei Reichsbürger. Era dicembre del 2022 e la stampa, allertata da una soffiata forse degli stessi investigatori, immortalò i poliziotti mentre arrestavano Enrico XIII di Reuss, un aristocratico 71enne considerato il capo di una cellula di «cittadini del Reich» pronti a rovesciare il legittimo governo tedesco.
Questa volta invece le telecamere non c'erano: alle 5 del mattino di ieri, 170 agenti di polizia hanno perquisito 15 abitazioni di cittadini legati a Letzte Generation, nome tedesco del movimento di eco-attivisti Last Generation/Ultima Generazione che in mesi recenti ha fatto parlare di sè per le sue dirompenti azioni dimostrative. Incollarsi alle opere d'arte nei musei, oppure lanciare zuppa contro le teche di dipinti antichi, incollarsi in mezzo alla strada o sulle piste aeroportuali sono gesti compiuti con l'obiettivo di ricordare all'opinione pubblica che il clima è malato e va curato al più presto. In mesi recenti, gli attivisti di LG sono scesi anche in pressing su una serie di sindaci tedeschi chiedendo loro, per esempio, di disporre misure per il contenimento del traffico automobilistico in cambio della sospensione delle manifestazioni. Se lo scorso marzo Marburgo, Hannover e Tubinga hanno ceduto, la sindaca progressista di Colonia ha rifiutato le proposte di LG ricordando che la sua città aveva già un piano per la protezione del clima mentre la giunta di Amburgo dopo aver opposto un garbato «no grazie» ha inviato l'ultimatum alla procura locale per capire se la richiesta configurasse un reato. Solo nel 2022, gli attivisti di LG avrebbero collezionato ben 1.600 denunce per le loro proteste per il clima e ieri la procura di Monaco di Baviera è passata ai fatti. A sette giovani rappresentanti dell'associazione è stato contestato il reato di associazione a delinquere.
La procura non ha diffuso di dettagli delle accuse ma a LG contesta di aver raccolto 1,4 milioni di euro allo scopo di finanziare non meglio identificate «attività criminali». Fra queste, è stato reso noto, ci sarebbe anche un piano, mai messo in pratica, per sabotare l'Oleodotto Transalpino Trieste-Ingolstdat (la città bavarese dove ha sede l'Audi), che rifornisce di petrolio Germania e Austria. Un'accusa pesante, che fa seguito a una analoga mossa mesi fa dalla procura di Neuruppin in Brandeburgo, secondo cui un movimento di attivisti del clima si preparava a sabotare un'importante raffineria nell'ex Germania est. Le perquisizioni di ieri non hanno condotto ad alcun arresto ma hanno provocato un pandemonio mediatico. Ripresisi dallo shock delle visite all'alba della polizia, di aver visto il loro sito web chiuso per ordine della procura bavarese, che ha anche sequestrato due conti correnti dell'associazione, gli attivisti di LG hanno gridato all'abuso e al bavaglio antidemocratico. Le perquisizioni sono state definite «una follia» e la portavoce nazionale Aimée van Baalen ha chiamato a raccolta la galassia ambientalista affinché scenda in strada nei prossimi giorni. Dura la ministra degli Interni Nancy Faeser: «Le misure di oggi mostrano che lo Stato di diritto non si fa prendere per il naso».
La Germania si prepara dunque a una nuova ondata di blocchi stradali: l'ultima novità degli attivisti di LG è l'uso del cemento al posto della colla: l'opera dei vigili del fuoco per liberare la strada diventa così più laboriosa.
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