Il "Mega" dei Patrioti celebra Trump e sfida l'Ue. Scontro tra Salvini e il Ppe

La kermesse di Madrid "processa" von der Leyen. La replica stizzita dei Popolari e il fastidio di Tajani

Il "Mega" dei Patrioti celebra Trump e sfida l'Ue. Scontro tra Salvini e il Ppe
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Doveva essere la kermesse dell'internazionale sovranista europea, il primo vertice dei Patrioti che vuole declinare il Maga trumpiano (Make America Great Again) nel Mega (Make Europe Great Again), saldando l'alleanza delle destre europee in nome della sovranità nazionale di ogni singolo stato dell'Ue, di una visione iper-identitaria e ultra-cattolica della società e delle battaglie comuni su migranti, green deal, multiculturalismo e ideologia gender. Ma alla fine è diventato anche l'occasione per un durissimo scontro con il Ppe, l'azionista di maggioranza di Parlamento, Commissione e Consiglio Ue che - insieme ai socialisti di S&D e ai liberali di Renew - non ne vuole sapere di far cadere il cosiddetto «cordone sanitario» intorno ai Patrioti (terzo gruppo dell'Eurocamera, ma escluso da tutte le posizioni di vertice).

L'occasione è il summit sovranista che si è tenuto ieri all'auditorium del Marriot Hotel di Madrid. È qui che davanti a circa duemila militanti si ritrovano i leader dei partiti che aderiscono all'alleanza della destra identitaria: dal premier ungherese Viktor Orbán (il suo Fidesz è il principale contributore del gruppo come numero di eurodeputati), alla francese Marine Le Pen (Rn), passando per lo spagnolo Santiago Abascal (Vox), l'olandese Geert Wilders (Pvv), il portoghese André Ventura (Chega) e il vicepremier italiano Matteo Salvini. Tutti insieme a rivendicare l'Europa delle patrie contro quella delle «corrotte tecnocrazie di Bruxelles».

Dal palco intervengono tutti (compresi i rappresentati di Estonia, Grecia, Repubblica Ceca e Polonia), ma è Orbán ha raccogliere gli applausi più scroscianti. Oltre, ovviamente, al padrone di casa Abascal, che come slogan della manifestazione ha voluto la frase «Hacer Europa grande otra vez». Ma l'accoglienza è calorosa anche per Salvini, girocollo blu sotto la giacca blu. D'altra parte, in Spagna la vicenda del processo Open Arms - una ong catalana - è ben nota. «Matteo Salvini - lo presenta Ventura - è ancora un uomo libero che stanno cercando di mettere in prigione. Tutti i patrioti europei ti salutano». Il leader della Lega sorride, è evidente che gioca in casa. «A Palermo - dice dal palco - hanno perso Pedro Sánchez e le ong di sinistra. Bye bye Pedro, bye bye Open Arms, viva la libertad. Poi affonda sull'Ue: «Meno Europa, più libertà. Trump ci ha dimostrato che un nuovo mondo è possibile. Non è l'Unione che legittima gli Stati, ma gli Stati che legittimano l'Ue». E il richiamo al nuovo inquilino della Casa Bianca è una costante degli interventi che si susseguono dal palco. Il «tornado Trump» - è la sintesi di Orban - ha cambiato tutto: «Ieri per alcuni eravamo il passato, ora siamo mainstream». Ma è sull'Ue che batte Salvini. Perché «è vittima dell'incompetenza di chi l'ha governata fino ad ora» con «la commissione di Ursula von der Leyen che continua a fare errori senza ammettere le proprie colpe». E ce n'è anche per il cancelliere Olaf Scholz, accusato di «non fare nulla per i lavoratori tedeschi» e di volere invece «inviare truppe Nato in Groenlandia». Infine, l'affondo sul Ppe: «È tempo che abbandonino le alleanze con i socialisti e scelgano dove stare. O con il passato di Soros o con il futuro di Elon Musk».

Parole che non passano inosservate, tanto che da Bruxelles arriva la reazione stizzita dei Popolari: «Noi sosteniamo le politiche che mirano a migliorare il benessere dei cittadini europei e non quelle che vanno contro di esso, come quelle del signor Salvini o di Musk». Ovviamente, anche Antonio Tajani - che del Ppe è il vicepresidente con maggiore anzianità - non gradisce affatto le parole di Salvini. Perché, è il senso del suo ragionamento, «sul posizionamento internazionale non possono esserci equivoci». Così, sulla questione interviene anche Paolo Barelli. «Siamo eredi di tradizioni culturali e politiche ben più solide di quel che rappresentano Musk e Soros. Noi - dice il capogruppo di Forza Italia alla Camera - guardiamo a De Gasperi, Adenauer, Schuman, Kohl, Churchill e De Gaulle e portiamo nel cuore Berlusconi». Insomma, dai Popolari arriva una decisa e ferma presa di distanza. Che alla kermesse spagnola non gradiscono affatto, tanto che a stretto giro arriva da Madrid la controreplica dei Patrioti.

«Milioni di posti di lavoro persi in cambio di milioni di clandestini entrati in Europa: ecco i brillanti risultati che le scelte sbagliate di Bruxelles, caldeggiate e finanziate da Soros e compagni, hanno proposto in questi anni. Mentre il Ppe continua a malgovernare con socialisti e sinistre, i popoli europei scelgono sempre di più il cambiamento».

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