![Meloni apre al dialogo. Dopo le toghe, i sindacati](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/12/1739337016-azt1uinbm42zrfiivsla-fotogramma.jpeg?_=1739337016)
La stagione del dialogo. Dopo i magistrati, il sindacato. Giorgia Meloni interviene al congresso della Cisl e, al sindacato meno ideologico, tende la mano così come all'Anm, l'associazione delle toghe che la premier dovrebbe incontrare nei prossimi giorni.
L'appuntamento congressuale Cisl segna il passaggio di consegne tra Luigi Sbarra e la nuova segretaria, Daniela Fumarola. Un organismo con il quale è stata definita una linea chiara e un metodo di confronto: quello appunto del dialogo franco e diretto nella ricerca dell'interesse generale. Con Sbarra, sottolinea la premier, «anche quando non siamo stati d'accordo sapevamo che avevamo di fronte qualcuno a cui interessava il bene dei lavoratori e i problemi concreti dei cittadini, non semplicemente il bene dell'organizzazione».
L'apertura, per contrasto, fa emergere l'approccio pregiudizialmente ostile adottato da altri, Cgil in primis. «Nessuno può avere da solo le risposte a tutte le domande e saper ascoltare fa la differenza, soprattutto quando l'interlocutore che ti trovi di fronte non ha pregiudizio, ma guarda al merito con onestà».
Sbarra non si sottrae all'assist rigettando le «divisioni pregiudiziali» utilizzate da altri. Indicazioni di principio che lo hanno portato più volte a rompere il fronte sindacale, come avvenuto sulla sanità e sul Jobs Act. Partendo da questo presupposto la presidente del Consiglio invita a superare «una volta per tutte questa tossica visione conflittuale che anche nel mondo del sindacato qualcuno si ostina ancora a sostenere». Un metodo e un auspicio che l'ha portata a essere presente all'appuntamento della Cisl non solo per «dimostrare il rispetto profondo che nutro per una delle maggiori organizzazioni del lavoro del nostro Paese», ma anche per «sottolineare ancora una volta l'importanza che il governo attribuisce al dialogo con le organizzazioni dei lavoratori».
Una stoccata alla Cgil, però, la premier se la concede. «Nell'ultima legge di bilancio sottolinea abbiamo ampliato i benefici a circa 1,3 milioni di lavoratori con redditi tra i 35 e i 40mila euro annui e abbiamo ottenuto che fossero banche e assicurazioni a concorrere alla copertura di questi provvedimenti. Lo ricordo, perché lo considero un netto cambio di passo rispetto ai tempi nei quali i proventi delle tasse dei lavoratori venivano utilizzati per sostenere banche e assicurazioni senza che nessuno per questo invocasse la rivolta sociale». Un affondo al quale il segretario della Cgil non replica.
Sbarra ringrazia la Meloni per aver dimostrato grande sensibilità «sulla nostra proposta di legge sulla partecipazione» dei lavoratori al capitale per la cui approvazione chiede un impegno bipartisan. La presidente del Consiglio non si tira indietro. Nei rapporti tra lavoratori e imprese serve «un rinascimento partecipativo». «Io vengo da una storia politica che ha fatto del tema della partecipazione dei lavoratori uno dei punti qualificanti», sottolinea ancora la premier, rivendicando la copertura da 72 milioni assicurata dal governo per il 2025 e l'impegno affinché si arrivi «il prima possibile» all'approvazione della legge che consentirà «finalmente di dare attuazione, 77 anni dopo, all'articolo 46 della Costituzione». «Si tratterebbe di una conquista storica».
Sbarra su questo lancia una stoccata a Maurizio Landini, contrario alla proposta di legge: «Ditemi voi se l'affermazione per cui la nostra proposta danneggia la contrattazione è più paradossale o più ridicola». Ma che «da una cultura sindacale contrassegnata da un mix di antagonismo, populismo e benaltrismo di cui non ci riesce proprio a liberare arrivasse un no ideologico, era ahimè prevedibile».
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