
«I leader europei devono assumersi la responsabilità di fare un passo storico, di quelli che avvengono una volta nel corso di una generazione». Se Keir Starmer introduce il «Leaders Summit on Ukraine» mettendo subito sulla bilancia il peso di un momento di rilevanza storica, Giorgia Meloni raccoglie il testimone e non si tira indietro, facendo capire che l'Europa come l'Italia nei momenti decisivi siano pronti a fare le scelte giuste. E lo fa all'interno di un vertice in cui si va definendo un «asse forte» a tre con la Gran Bretagna e la Polonia di Donald Tusk per una linea non solo europea, ma anche atlantica.
La direzione del lavoro diplomatico della premier è precisa: tenere unite le due sponde dell'Atlantico. Una necessità per la quale vuole costruirsi un ruolo da pontiere, come spiega in un punto stampa in cui ribadisce la volontà di organizzare il prima possibile un vertice tra Europa e America. Partendo da una promessa: «Farò di tutto per tenere l'Occidente unito», «Credo che lavorando con freddezza, non lasciandosi trascinare dalle emotività e ragionando in modo strategico, l'incontro sia assolutamente a portata di mano» spiega. «Quello che sappiamo e quello che condividiamo, e che abbiamo condiviso anche oggi, è che in fondo tutti condividiamo lo stesso obiettivo. Lo condivide l'Italia, lo condivide l'Europa, lo condivide la Nato. Lo condividono gli Stati Uniti. Si tratta di arrivare a una pace duratura e giusta in Ucraina, poi c'è da discutere come questo si faccia, e qui chiaramente la questione diventa più complessa, ma significa anche che noi dobbiamo essere bravi in questa fase a non fare l'errore di dividere o di favorire una divisione dell'Occidente, che sarebbe esiziale per tutti. Lo sarebbe particolarmente per l'Ucraina, ma in generale per gli interessi condivisi delle due sponde dell'Oceano».
Al momento non è previsto un nuovo suo viaggio negli Stati Uniti. «Andare alla Casa Bianca? A un certo punto andrò ma non è calendarizzato». Di certo in questa fase «non ci possiamo permettere una pace che non dura, nessuno può permetterselo. Non è intelligente evocare segnali di disimpegno degli Stati Uniti». La premier italiana è sicuramente soddisfatta del vertice di Londra, soprattutto in relazione al fallimento di Parigi. Risponde a una domanda su come abbia trovato il presidente ucraino dopo l'incontro con Donald Trump alla Casa Bianca. «L'ho trovato dispiaciuto, credo tutti i protagonisti». Poi si dice «molto preoccupata per i dazi, noi siamo una nazione esportatrice ci rendiamo tutti conto che sarebbe un problema perché se ci fossero dazi l'Ue risponderebbe» ma «sarebbe una escalation che ci indebolisce tutti quanti, credo che si possano trovare soluzioni anche su questo che non sono di rottura ma di accordo. Parliamo con un dealer che ragiona di accordi, dobbiamo ragionare di accordi».
Giorgia Meloni non nasconde le sue perplessità sull'invio di truppe europee. «Non è mai stato all'ordine del giorno l'invio di soldati italiani. L'ipotesi di una forza militare europea in Ucraina la vedo come una soluzione molto complessa e meno risolutiva. Credo che sia un errore togliere dal tavolo il dibattito sulla cornice atlantica, che si può proporre in varie maniere. È utile che ci siano proposte, e ho ringraziato Francia e Regno Unito per il loro impegno cercare di trovare una soluzione, ma ho espresso le mie perplessità sull'efficacia di questa soluzione». E per la nostra premier non mancano i riconoscimenti. Il premier polacco Donald Tusk, infatti, esprime, pubblicamente «sostegno» alla proposta della premier Giorgia Meloni di un vertice Usa-Ue.
«Sostengo l'iniziativa del primo ministro Meloni di tenere un summit tra Europa e Stati Uniti. Oggi questo sembra davvero molto necessario ed è bene che sia stata Meloni a proporlo a Trump anche per i loro rapporti che sono molto buoni».
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