E a mezzogiorno, alla festa per i cent'anni dell'Aeronautica, ecco Giorgia che si fa fotografare alla cloche di un F35, immagine forte di una presidente top gun impegnata nel complicato pilotaggio del Paese. Quanto difficile si vede sei ore dopo, quando la Meloni si deve mettere ai comandi del Consiglio dei ministri per quella che sembra davvero una mission impossible, tenere insieme i sostegni ai cittadini e alle industrie e i provvedimenti che ci chiede l'Europa per non perdere i miliardi del Pnrr. Una riunione lunghissima, preceduta da un pre Consiglio e seguita da una cabina di regia. Infatti c'è molta carne al fuoco: alla fine escono di cassa quasi cinque miliardi tra aiuti a famiglie e imprese contro il caro bollette e interventi sulla sanità. Poi il decreto sulla concorrenza, con gli ambulanti e senza i balneari, e il nuovo codice degli appalti che, spiega Matteo Salvini, servirà «a sveltire le procedure».
La premier si dichiara «molto soddisfatta» perché «stiamo lavorando per l'Italia e con buoni risultati». Cita l'Iva ridotta sul gas e il rinnovo del bonus sociale, il contributo per il riscaldamento e le agevolazioni per le imprese agricole, le misure per i medici e le semplificazioni sul fisco. «Andiamo incontro ai bisogni della gente, cercando pure di favorire il risparmio energetico». Si tratta di interventi, come dice Giancarlo Giorgetti, «disegnati su base trimestrale» e da aggiornare periodicamente, sperando che l'andamento dei prezzi continui ad essere favorevole.
Poi certo, c'è sempre Bruxelles all'erta da tranquillizzare. La Commissione ha messo l'Italia sotto i riflettori per le difficoltà di completare le riforme previste e di spendere i soldi del Next Generation, ma ci ha dato un mese di tempo in più per sistemare le procedure del Pnrr. In questo senso vanno il decreto sulla concorrenza, dal quale è stata esclusa la liberalizzazione delle vendite a saldo, e il codice degli appalti. Una norma definita «prima Italia» fissa nel valutare le offerte per i lavori pubblici, dei «criteri premiali per i prodotti originari e di qualità». E in serata cabina di regia con il ministro Fitto per armonizzare le misure del governo alle esigenze del piano.
Alle otto in sala stampa spuntano solo Lollobrigida (nella foto) e Schillaci, segno che Palazzo Chigi ha deciso di puntare parecchio sulla salute alimentare. Ecco dunque il divieto alla produzione di alimenti e mangimi finti . «L'Italia dice no ai cibi sintetici - annuncia il ministro per le Politiche agricole Francesco Lollobrigida - perché c'è un rischio di ingiustizia sociale, di una società dove i ricchi mangiano bene e i poveri male. Non è un atteggiamento persecutorio, ma di forte volontà di tutela. Vogliamo salvaguardare l'occupazione e la salute pubblica». Aggiunge Orazio Schillaci: «È una legge che si basa sul criterio di precauzione, perché non ci sono oggi studi scientifici sugli effetti della carne sintetica. Il patrimonio anche culturale italiano si basa sulla dieta mediterranea». E a proposito di sanità, nel pacchetto approvato ci sono anche 1,1 miliardi per Regioni e Province autonome per limitare l'effetto del payback dei dispositivi medici.
Corposo pure il capitolo fiscale, anche qui, come raccontano a Palazzo Chigi, «per dare una mano a cittadini e aziende».
Ad esempio, le scadenze fissate dalla Finanziaria al 31 marzo per sanare le infrazioni formali, vengono spostate al 31 ottobre. O la proroga dei crediti di imposta per le imprese agricole e le agevolazioni per il fotovoltaico. «Dobbiamo aiutare il sistema a riprendersi».
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