Sfondo nero, luce puntata sul viso. Matteo Salvini risponde con un video sui social alla richiesta del pm che lo vorrebbe in carcere per aver negato lo sbarco di 147 migranti a Lampedusa nell'estate del 2019. Tono serio, voce decisa. Sguardo fisso verso la telecamera. Il messaggio è chiaro: «Mi dichiaro colpevole di aver difeso l'Italia e gli italiani» dice Salvini. Musica tensiva, camicia azzurra, giacca blu. Il leader della Lega ripercorre i giorni che lo hanno visto impegnato, cinque anni fa, nella battaglia contro la Ong spagnola Open Arms, alla quale era stato offerto un porto sicuro anche dalla stessa Spagna che, addirittura, fece partire una fregata militare in sostegno all'organizzazione non governativa. Inutilmente, perché l'aiuto fu rifiutato. I migranti sarebbero dovuti sbarcare in Italia. 3 minuti e 49 secondi, tanto dura il video di Salvini che, alla fine, recita l'articolo 52 della Costituzione «la difesa della patria è sacro dovere del cittadino». Una sedia vuota lascia spazio alla riflessione. Sei anni di reclusione, tanto gli è costata la linea dura, quella dei porti chiusi, sposata da tutto il governo Conte uno quando il leader della Lega vestiva i panni di ministro dell'Interno. A pagare, oggi, è lui. Solo lui. «Non potevamo più essere il campo profughi d'Europa» dice Salvini nel video. La richiesta dei pm lascia sgomenti, soprattutto i suoi alleati di governo che, insieme a lui, anche in questa legislatura, stanno facendo molto per fermare gli sbarchi. Giorgia Meloni non ha perso tempo e, senza troppi giri di parole, ha attaccato: «È incredibile che un Ministro della Repubblica Italiana rischi sei anni di carcere per aver svolto il proprio lavoro difendendo i confini della nazione, così come richiesto dal mandato ricevuto dai cittadini. Trasformare in un crimine il dovere di proteggere i confini italiani dall'immigrazione illegale è un precedente gravissimo. La mia totale solidarietà al Ministro Salvini». parole, queste, che hanno acceso il dibattito politico. Elly Schlein attacca: «È molto inopportuna la presa di posizione di Giorgia Meloni». Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio, insieme a Salvini, non ha perso tempo per sostenere l'alleato. «Ha fatto il suo dovere di ministro dell'Interno. Chiedere 6 anni di carcere per questo motivo appare una scelta irragionevole e per giunta senza alcun fondamento giuridico». Le reazioni a sostegno non si sono fatte attendere dai partiti di governo, registrarli sarebbe impossibile. «La requisitoria dei pm di Palermo ha un forte sapore politico» ha detto il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. Matteo Piantedosi ha parlato di «una evidente e macroscopica stortura e ingiustizia per lui e per il nostro Paese». E il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha espresso «piena e affettuosa solidarietà» a Salvini. E «per quanto riguarda il processo - dice - mi riporta ai tanti articoli che ho scritto in merito prima di diventare ministro».
Anche Giovanni Toti, reduce da un calvario giudiziario, ha commentato: «È come chiedere la condanna per lesioni del chirurgo che usa il bisturi sul paziente!». E il generale Roberto Vannacci ci ha tenuto ad esprimere solidarietà, «le azioni di Salvini sono a difesa dell'interesse nazionale» ha detto. Persino Elon Musk, dagli Usa, ha voluto sostenere il vice premier. «Quel procuratore dovrebbe essere colui che va in prigione per 6 anni» ha scritto sul suo social, X, il magnate americano. Ad attaccare, invece, è la sinistra. Nicola Fratoianni accusa e afferma come non sia vero «che si tratta di un processo politico». Per Angelo Bonelli «Salvini non deve fare la vittima». Un fatto è certo, il processo è mediatico. Mesi fa fu tirato in ballo persino l'attore hollywoodiano Richard Gere, chiamato a testimoniare, ed era stata paventata l'idea di far presenziare al tribunale di Palermo anche Angela Merkel e Josep Borrell. L'ex cancelliera tedesca e l'ex ministro degli esteri spagnolo e Alto rappresentante dell'Ue per gli affari esteri e la sicurezza. Salvini è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio, un caso mai visto prima in Italia. In Europa. Un'accusa pesante che ha spinto la Lega a mobilitarsi in tutta Italia in sostegno del suo capitano. «Vergognoso.
Difendere l'Italia non è un reato ma un dovere», ha scritto la Lega su Facebook. «Avanti tutta senza mollare, Matteo, sempre al tuo fianco!». E lui, lontano da Palermo, fa sapere di essere pronto a lottare. Fino alla fine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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